Fiorirà l’aspidistra, l’Orwell che ci parla

21 Gennaio 2021 di Stefano Olivari

Fiorirà l’aspidistra, in inglese Keep the Aspidistra flying, non è certo il più noto dei libri di George Orwell, morto esattamente e prematuramente 71 anni fa. Non è il più noto nemmeno restringendo il discorso ai romanzi, visto che chiunque, dopo aver affannosamente consultato Wikipedia, può sostenere di avere letto i clamorosi La fattoria degli animali e 1984. Però… Però Fiorirà l’aspidistra è uno di quei libri che cambiano la vita, nel senso di darle più consapevolezza e libertà di pensiero. L’abbiamo letto e riletto, lo consiglieremmo a chiunque volesse fare un regalo mirato, addirittura anche ad un ragazzo.

Il protagonista di Fiorirà l’aspidistra, Gordon Comstock, è un trentenne commesso di libreria ma aspirante poeta, che ha rinunciato ad una carriera nel mondo della pubblicità (tutto è ambientato nella Londra degli anni Trenta), dove stava andando bene, per un lavoro che non lo affatichi intellettualmente e che gli dia quindi la possibilità di concentrarsi sulla sua opera assoluta, Piaceri londinesi. Quella di Gordon, che guadagna quel tanto che basta per vivere in una squallida stanza in affitto, è una ribellione sia al sistema sia alla sua estrazione piccolo borghese e conservatrice, piena di aspirazioni come il ‘buon posto’, che però ha prodotto una discendenza senza nerbo, con molti tic dei ricchi ma non i loro soldi. Tutto ciò che odia è rappresentato dall’aspidistra, una pianta molto longeva che fa mostra di sé nelle abitazioni di chi vuole trasmettere un’immagine di decoro pur arrivando a fatica alla fine del mese. In italiano potremmo paragonarla alla gondola delle nostre nonne, ricordo di quei tre giorni a Venezia unico viaggio delle loro vite.

Tutto il romanzo, con la discesa di Gordon sempre più in basso, è pieno delle geniali notazioni di Orwell sull’ipocrisia di un certo socialismo (lui era socialista di indirizzo libertario, più che liberale) da salotto, rappresentato dall’intellettuale Ravelston, sui ricatti emotivi insiti in ogni rapporto, sulla volgarità del capitalismo, sull’impossibilità di fuggire dal proprio destino di essere sociale, in generale sulle bassezze dell’animo umano che in molti cercano di dimenticare inventandosi obbiettivi artistici senza avere qualità né costanza.

Rimandiamo alla lettura di Fiorirà l’aspidistra per il resto della trama, come altri libri di Orwell opera che prende in giro le ideologie ma non le idee. Ma che parla in maniera diretta al nostro privato e alla nostra anima, di adolescenti e di persone cresciute. Da una materia grezza da nichilismo autocompiaciuto Orwell tira fuori un inno alla vita, ma senza metterla giù dura. Non c’è mai molto da spiegare, comunque lui lo fa al solito benissimo, basti pensare al modo in cui stiamo vivendo nel 2021. Non è un libro politico? Ai nostri tempi si diceva che il privato è politico.

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