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In the box

Febbre a trentanove

di Stefano Olivari

Pubblicato il 2008-02-27

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1. Anche questa settimana i giornali britannici danno un enorme risalto alla “trentanovesima partita”, che sembra diventata un po’ come un’ora X per il calcio, forse anche un punto di non ritorno per chi il calcio lo intenda come noi. Ovviamente ci stiamo riferendo alla possibilità di esportare la Premier League all’estero, aumentando di una giornata le partite di campionato, da 38 a 39 appunto. Sempre in questi giorni ci è capitato di sfogliare un vecchio numero di When Saturday Comes – famosa fanzine inglese nata nel 1986 e ora diventata una vera e propria rivista – dove il giornalista Ed Horton, nell’agosto del 1995, prospettava un’altra situazione che, se si fosse verificata, avrebbe stravolto il mondo del calcio. Horton, per presentare la sua teoria, partì da ciò che stava accadendo nel rugby britannico in quel periodo. L’avvento di Rupert Murdoch, con la vagonata di soldi di Sky Uk, avrebbe cambiato per sempre uno degli sport più popolari del Regno Unito. Murdoch, con la creazione della Super League, favorì la fusione di alcuni club più piccoli e con pochi tifosi, con altri più grandi e che avevano un bacino d’utenza maggiore. Horton ipotizzò che a breve ciò si sarebbe potuto verificare anche nel calcio, con la fusione magari dei club di Dundee in Scozia, con il QPR che avrebbe potuto fondersi col Fulham (e questo stava accadendo veramente) e via così fino a creare anche nel calcio una Superlega britannica. Per nostra fortuna questo scenario non si è poi verificato, anche se i continui riferimenti alla “trentanovesima partita”, non ci fanno dormire sonni tranquilli.

2. Quando si parla di rivalità calcistiche a volte non si tiene conto che una delle due parti in causa possa non sentire tale competizione come l’altra. Questo si verifica sia a livello di Nazionali – ad esempio la rivalità Scozia-Inghilterra è molto più sentita da parte scozzese, mentre gli inglesi sentono maggiormente la rivalità con tedeschi, olandesi e francesi, snobbando quasi i cugini del nord – sia e soprattutto a livello di club. Prendiamo ciò che succede a Nottingham ad esempio. Le due squadre cittadine si sono riavvicinate negli ultimi anni, con il Notts County che vivacchia in League Two e il Nottingham Forest che lotta con il coltello fra i denti da tre anni per risalire dalla League One al Championship. Ebbene, anche oggi, la rivalità è più sentita dai bianconeri del Notts County, mentre il Forest è molto più interessato alla sfida a distanza con il Derby County. Negli anni Settanta addirittura i due club erano entrambi in Seconda Divisione e, per alcuni anni, i bianconeri erano sicuramente più forti dei rivali cittadini. Poi l’avvento di Brian Clough sulla sponda Forest cambiò tutto. Clough trasformò i biancorossi in una squadra capace di primeggiare non solo a livello nazionale, ma addirittura in grado di dominare in Europa, vincendo due Coppe dei Campioni consecutive nel 1979 e nel 1980. Quel Forest tra l’altro rimane un mistero. Il club nel 1978 uscì dall’anonimato vincendo il campionato inglese, poi a seguire due Coppe di Lega e due titoli europei, per poi, all’inizio degli anni Ottanta, tornare nella mediocrità alla quale era abituato. Il Notts County invece alla mediocrità e all’anonimato è abituato ed i dvd che vengono venduti all’interno del suo negozio ufficiale, riguardano quasi tutti delle vittorie (poche) contro gli odiati cugini.

3. Le notizie della settimana sono state sicuramente l’infortunio di Eduardo Da Silva – tibia e perone fratturati dall’intervento di Martin Taylor, che da oggi giustamente o meno verrà bollato come il “Goicoechea inglese” -, la vittoria in Coppa di Lega del Tottenham contro il Chelsea – primo trofeo degli Spurs dal 1999, sempre nella stessa manifestazione contro il Leicester City – e il passaggio di tre squadre inglesi (Bolton Wanderers, Everton e Tottenham) più una scozzese(Rangers) agli ottavi di finale di Coppa Uefa. La seconda competizione continentale sembra ancora avere grande importanza anche in Paesi come la Germania, la Spagna e l’Olanda, mentre le italiane sembrano interessate ad essere presenti ai nastri di parternza, per poi snobbare la coppa fin dai primi turni. Mistero.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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