Eurovision 2021, fuochi d’artificio per i Maneskin

I vincitori dell'ultimo Sanremo sono fra i favoriti dell'edizione di Rotterdam insieme ai rappresentanti di Francia e Svizzera. Ma in Italia il risultato sembra non interessare...

14 Maggio 2021 di Paolo Morati

È iniziata l’avventura europea dei Maneskin. In gara allo Eurovision Song Contest 2021 in quel di Rotterdam con Zitti e Buoni, hanno fatto le prime prove raccogliendo tanti complimenti e scalando le graduatorie dei bookmaker dove mentre scriviamo sono i secondi favoriti dopo la Francia. Dobbiamo quindi ben sperare?

Aspettiamo. Sappiamo come sono andati gli ultimi anni, quando l’Italia è andata vicinissima alla vittoria più volte con due casi eclatanti. Quello di Mahmood secondo nel 2019 e quello del Volo terzi nel 2015, questi ultimi dopo aver stravinto al televoto. Con successive polemiche fra i fan, che ancora oggi discutono di come il nostro paese sia ogni volta ‘danneggiato’ in una competizione che in realtà qui da noi è da sempre poco sentita mentre in altri (vedi la Svezia) vale quanto una medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Detto questo, i Maneskin sembrano aver centrato fin da subito l’inizio del viaggio, almeno dal poco che si è potuto vedere nei video ufficiali, ma soprattutto leggendo e ascoltando i commenti di chi c’era. Ottima presenza scenica e staging ben studiato con tanto di fuochi d’artificio finali, e l’immagine di Damiano David ben piantata in testa da solo o interagendo con il resto della band.

Come dicevamo, l’Italia sembra che dovrà vedersela con la Francia, spesso posizionata male nelle classifiche recenti della competizione europea, con una proposta opposta rispetto a quella dei nostri partecipanti. I Maneskin con il loro rock adrenalinico, Barbara Pravi con una ballad delle più classiche intitolata Voilà, all’opposto dei decibel ma con la buona notizia di cantare entrambi nella propria lingua. Un bel segnale rispetto a chi invece si ostina a portare in gara cloni di chi va per la maggiore nel mainstream anglofono dilagante.

Poi tra i due litiganti come spesso accade potrebbe godere il terzo, che in questo caso sembra essere la Svizzera (anch’essa in versione francofona) di Gjon’s Tears e la sua Tout l’universe, ma anche l’islandese Daði Freyr che con 10 Years ci ricorda le atmosfere di Rick Astley. Noi intanto non ci illudiamo per le quote dei bookmaker. Lo stesso era accaduto per Francesco Gabbani nel 2017, per cui tutti zitti e buoni fino alla finale del 22 maggio. Ciò che è certo, tuttavia, è che ci divertiremo.

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