Era anche fuorigioco

20 Giugno 2009 di Stefano Olivari

Non avevamo mai visto immagini del Cile-Urss del 21 novembre 1973, lo spareggio di qualificazione mondiale a cui i sovietici non presenziarono per protesta contro il golpe di Pinochet (non che dalla loro parte i golpe fossero mai mancati, ma la politica si fa anche secondo convenienza). L’amico Christian, di cui omettiamo il cognome perchè non sappiamo mai come comportarci quando ci sono datori di lavoro ‘cinesi’, ci è venuto in aiuto segnalandoci il link di quell’azione memorabile che portò al gol il capitano cileno Francisco Valdes. Fra le tante cose curiose di quell’episodio c’è che il gol sarebbe stato strutturalmente da annullare, da parte dell’arbitro: ogni passaggio in avanti, con meno di due difendenti fra la linea di fondo ed il giocatore che riceve il passaggio, crea infatti una situazione di fuorigioco. Mitico il tabellone ‘La juventud y el deporte unen hoy a Chile’ con il risultato parziale di uno a zero, rimasto immutato visto che nessuno avrebbe potuto far riprendere il gioco: per la statistica la Fifa avrebbe poi regalato ai posteri un due a zero a tavolino. In Germania il Cile si sarebbe comportato con molto onore, ma il ricordo di quella farsa è tuttora presente nelle menti dei giocatori: proprio ‘Chamaco’ ne ha parlato in una recente intervista. Senza rispondere alla vera domanda: è più ipocrita chi fa giocare contro nessuno o chi distingue fra dittature? A parte il fatto che l’eccellente Breznev aveva dato l’ok alla partita di ritorno, ma a patto che fosse in campo neutro.

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