Dylan o Accademia?

17 Novembre 2016 di Indiscreto

Il Nobel per Letteratura assegnato a Bob Dylan aveva scatenato polemiche, più da parte di scrittori di medio cabotaggio che di quelli davvero da Nobel, ma adesso con la rinuncia a ritirarlo quello che i telegiornali generalisti non trovano di meglio che chiamare ‘menestrello’ (ci deve essere qualcuno che ha iniziato, avere scritto Minstrel Boy non può essere una condanna a vita) scatenerà ancora più livore. Il cantautore in cui ognuno può trovare i significati che vuole, vero segno di grandezza, ha infatti inviato un messaggio all’Accademia svedese spiegando che gli piacerebbe ritirare il premio, che è un grande onore, ma che altri impegni gli rendono impossibile la trasferta a Stoccolma il 10 dicembre. Risposta con stile dell’Accademia: “Che i vincitori di un premio Nobel decidano di non partecipare alla cerimonia è insolito, ma non è un caso eccezionale. Nel recente passato, molti premiati non sono riusciti a venire a Stoccolma: tra questi Doris Lessing, Harold Pinter e Elfriede Jelinek. Il premio appartiene comunque a loro, come a Bob Dylan”. Non ci ricordiamo i problemi della Lessing e della Jelinek, ma Pinter all’epoca del Nobel era in sedia a rotelle e fra gli altri grandi forfait viene in mente quello di Solgenitsin, per valide questioni politiche (temeva, era il 1970, di non poter più tornare dalla famiglia in URSS, che comunque lo avrebbe espulso quattro anni dopo). Diciamo che quella di Dylan appare davvero una scusa, in linea con il freddo e ritardato apprezzamento espresso alla notizia del premio. Una scusa che magari ha motivazioni profonde, tipo che essere ‘storicizzati’ significa la morte come artista con effetti anche sulla vecchia produzione, ma magari anche no e si tratta di puro e deteriore divismo. L’Accademia non lo sa, Dylan non lo spiega, ma l’Uomo Indiscreto ha la sensibilità nei suoi Di qua o di là per capire quale sia la parte giusta: Dylan o Accademia?

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