Divertimento da Aradori

17 Settembre 2012 di Oscar Eleni

Dicevamo dell’aneddotto del tipografo filosofo e pescatore Matteo, storia dei tempi in cui il piombo era rovente nelle tipografie vere: il problema con il piombo era che si doveva tagliare l’eccedenza senza misericordia, il primo caporedattore conosciuto sorrideva dicendo che anche Dante è stato tagliato dalla nuova editoria, ma con gli oroscopi era facile, bastava spostare una riga sotto il segno con meno parole per pareggiare tutto, ma la cosa bella è che l’onorevole De Mita quando polemizzava con il Giorno, giornale frantumato da chi poteva vendere carciofi, svenduto dall’Eni, diceva sempre che la cosa più affascinante da leggere era l’oroscopo. Ecco cosa succede ad inginocchiarsi all’abete rosso, si comincia commossi e poi ci si abbraccia ridendo, come se il tempo fosse ancora dalla nostra parte, come se il Grigo fosse lì a dirci “ostia ma chi li ha messi al timone quei cialtroni, chi  si nasconde dietro  al dito della crisi per non far sapere che  nel bugliolo burocratico hanno buttato la gente migliore, lasciando spazio ai creativi d’insuccesso”. Sorride il figlio del sindaco Pellegrini, laureando in ingegneria, che serve  a tavola facendoci venire in mente i viaggi a Cuba dove tutti i barman giuravano di essere ingegneri perseguitati. Fa bene a divertirsi perché la storia di un grande lo affascina ed era proprio lì, vicino a lui, vicino a noi, anche nel giorno della commemorazione,  ma non dire monate, del brindisi autentico iniziato davanti alla foto sulla lapide dove l’hombre vertical controlla che i visitatori non facciano confusione fra rito e puttanate. Lui è sulla sua luna, come pensano i nipoti più piccoli che lo fanno pescare da una stella, pronto ad aiutarci ancora, magari non con puntualità, troppo banale, ma nel momento che servirà davvero per scappare da questo  postaccio per gente rifatta, dove si banalizza lo sport al punto da non farlo più praticare con i risultati che si vedono.

Share this article