Dieci per cento di sincerità

14 Novembre 2008 di Stefano Olivari

Non ce n’è: come interesse l’autobiografia batte quasi sempre la biografia, anche quella che vorrebbe essere critica o addirittura di denuncia. E ‘Dico tutto’, il libro che Antonio Cassano ha scritto (con i piedi) insieme a Pierluigi Pardo, non dovrebbe fare eccezione. Almeno stando alle anticipazioni, perché sarà in libreria solo da mercoledì prossimo…L’Under 21? Una squadra per sfigati e rimbambiti. Del Neri? Non si capiva un cazzo di quello che diceva. Capello? A Madrid davanti a tutti gli ho dato dell’uomo di merda, più falso dei soldi del Monopoli. Spalletti? Uno da Udinese. Totti? Quando siamo andati dalla De Filippi s’è preso quasi tutto il compenso. Donne? Ne ho avute fra le sei e le settecento, di cui venti del mondo dello spettacolo. Trigoria? Facevo entrare in camera mia chi volevo. La patente? L’ho comprata. Quando si parla in prima persona la versione è sempre di parte, pettinatissima e volta a far sembrare stupidi o disonesti tutti tranne il protagonista. Però quel dieci per cento di sincerità vale la lettura di opere spesso scadenti (Gattuso, Materazzi, Moggi, Baggio, Paolo Rossi, incombe anche un Buffon, l’elenco sarebbe infinito), ma che confrontate a quelle dei terzi da copia & incolla (mercato di riferimento: il tifoso coglione finché è caldo, entro una settimana da una grande vittoria) sembrano la Recherche. Poi in Italia le rivelazioni pesanti latitano anche nella autobiografie, perché sembra che vendere i libri non interessi nemmeno all’editore, ma questo è un altro discorso. Così come il giudizio su Cassano, la cui sincerità in questo libro forse supera il dieci per cento.

stefano@indiscreto.it

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