Condannati all’inglese

8 Luglio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Moltissimi italiani appassionati di sport e statistica sarebbero davvero interessati ad approfondimenti sul mondo delle scommesse. Peccato che nella nostra lingua esistano solo manualetti basic con i concetti che più o meno ripetiamo ogni settimana o, peggio ancora, pubblicazioni per illusi. Ci permettiamo quindi di consigliare qualche libro in inglese per le vacanze, a chi pensa di fare del betting un secondo lavoro senza per questo portare la famiglia alla rovina. Imperdibile, anche dal punto di vista narrativo, è ‘The Smart Money’ di Michael Konik: la storia vera, raccontata da un insider, di come un gruppetto di giocatori organizzati riuscì in pochi mesi a togliere milioni ai bookmaker di Las Vegas con metodi legali. C’è tutto: pathos, azzardo, matematica e sport. In alternativa, un’altra opera che non fa buttare via tempo è ‘The book on bookies’ di James Jeffries. Qui ci sono più consigli operativi che romanzo: di sicuro è il libro più adatto per chi abbia sempre giocato senza basi matematiche e strategiche coerenti nel tempo. In italiano ci sono solo schemini semplicistici o cattivi adattamenti da vecchi libri sulla roulette, con metodi come il Labouchére o il D’Alembert. A chi è già esperto ci sentiremmo di consigliare solo ‘Regole matematiche del gioco d’azzardo – Perché il banco non perde mai?’, a cura di Domenico Costantini e Paola Monari, raccolta di saggi presentati ad una riunione del 1994 della Società Italiana di Statistica. Datati i riferimenti, ma intelligente ogni riga: perdere soldi non è obbligatorio.
(pubblicato sul Giornale di ieri)
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