Calcio

Concorrenza Best Company

Stefano Olivari 29/07/2009

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Il Pier Silvio Berlusconi che fa più ridere non è quello che interveniva a Drive In, mettendo fuori combattimento gli spettatori con felpe Best Company: anni Ottanta profondi. Ma purtroppo siamo nel 2009, quindi troviamo irresistibile che ieri il vicepresidente di Mediaset abbia definito ‘una vittoria della concorrenza’ l’assegnazione dei diritti satellitari 2010-2012 del calcio a Sky e di quelli digitali terrestri delle 12 squadre con più tifosi a Mediaset, che quindi di fatto sceglierà le squadre del presunto ‘concorrente’ (Dahlia). Stando al solito dirigente-peone, all’interno della serie A la Juve, paga dell’operazione Beretta (piccolo calibro, praticamente una Derringer), non ha spinto sul tasto dello spacchettamento che avrebbe consentito maggiori introiti, mentre l’Inter è rimasta appiattita sulle posizioni di Galliani (avrà favorito Mediaset o Sky? Mah…) per non dire indifferente: tutto il resto, cioè le squadre con il 25% dei telespettatori, è andato al traino e non si è più parlato di una ripartizione equa degli introiti televisivi (e l’advisor? Avvisa…). Se il numero degli abbonati è infatti paragonabile, ed anzi il pompato digitale terrestre ha maggiori margini di crescita, non si capisce come mai Sky paghi quasi il triplo (580 milioni contro 211, nella prima stagione del contratto) della concorrente che ha sì ‘solo’ 12 squadre, ma tutte quelle per cui la massa si abbona. Anzi si capisce: quella differenza è il prezzo che Sky paga, insieme a vari altri (tipo il finanziamento di film italiani) per essere di fatto il monopolista satellitare, relegando gli altri operatori a numeri da pay-tv di Jessica Rizzo (non sappiamo se esista ancora, però alla presentazione c’eravamo con la labile giustificazione di un articolo di ‘colore’). Comunque quei liceali Best Company sì che erano avversari.

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