Che vi siete persi, Bruno Giordano

6 Maggio 2022 di Stefano Olivari

Il primo scudetto non si scorda mai, ma anche per chi non è tifoso del Napoli il racconto della stagione 1986-87 fatto da Bruno Giordano e Salvatore Bagni è coinvolgente al massimo grado. Che vi siete persi…, il libro dei due ex campioni appena uscito per Sperling & Kupfer, ha uno schema molto interessante: per ogni argomento propone la versione di Giordano e quella di Bagni, non una sintesi, ed in molti casi gli stessi fatti vissuti nello stesso spogliatoio hanno letture diverse. Non c’è bisogno di scomodare Rashomon, il libro di Giordano e Bagni spiega bene quanto tutto sia relativo.

Più malinconico e fatalista Giordano, più positivo e incazzoso Bagni, entrambi hanno il merito di non raccontare l’ennesima Maradoneide, pur essendo stati grandi amici del più grande di sempre, da loro idolatrato anche fuori dal campo. Il titolo del libro si ispira al famoso striscione esposto davanti al cimitero di Poggioreale, ma è tutt’altro che un celebrazione retorica. È anche una miniera di aneddoti, alcuni molto pesanti, che spiegano molto del calcio italiano anni Ottanta, un racconto reso possibile dal fatto che sia Bagni sia Giordano siano oggi nella sostanza fuori dal giro. Fra i tanti molto istruttivo quello di Bagni, quando racconta di come i giornalisti napoletani avessero nascosto una sua scazzottata avvenuta in campo (!) in un’amichevole estiva senza riprese televisive, in modo da non fargli prendere una squalifica.

Bagni un grande, ma Bruno Giordano per noi è culto, come tutto ciò che abbia anche solo vagamente sfiorato la Lazio degli anni Settanta,  e ci siamo emozionati intervistandolo qualche giorno fa per il Guerin Sportivo. In lui è ancora aperta la ferita per il Mondiale del 1982, con la vittoria dell’Italia che peraltro gli tagliò la squalifica: certo le sue responsabilità furono ben diverse rispetto a quelle, per dire, di Paolo Rossi, ma pensando a vicende successive, sempre riguardanti scommesse (clandestine e non), si può dire che nel 1980 la punizione esemplare non sia coincisa con una giustizia esemplare.

La facciamo breve: statistiche e highlights non rendono l’idea di quanto Giordano sia stato forte, come piedi il miglior centravanti italiano mai da noi visto, e di quanto la sua carriera sia stata limitata da una Lazio minore, dalla squalifica e da scelte coraggiose (il no alla Juventus di Platini e alla Roma di Falcão) che certo non hanno riempito la sua bacheca di trofei. Per valorizzarlo ci volle Maradona: una trattativa iniziata durante un Napoli-Lazio e perfezionata da un Italo Allodi che Giordano avrebbe molto volentieri visto al posto di Moggi nella stagione successiva a quello scudetto. Ma l’ischemia decise diversamente e Giordano, così come Bagni (un altro dei cosiddetti ammutinati, insieme a Garella e Ferrario), non poté vivere tutto quel grande ciclo.

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