Champagne per brindare a due incontri

18 Maggio 2007 di Stefano Olivari

Nella primavera 1980 la Francia disputa tre amichevoli. Nella prima al Parco rifila cinque gol alla Grecia (il ritrovato Platini ne fa due bellissimi al volo), nella seconda contro l’Olanda non accade nulla (0-0 finale) mentre nella terza allo Stadio Lenin di Mosca, pronto per l’Olimpiade, l’Unione Sovietica di Dasaev e Chivadze si impone per uno a zero con rete nel finale di Cherenkov su cross di Chavlo. Arriva l’autunno con il girone di qualificazione al Mondiale spagnolo del 1982 ed il sorteggio per la squadra di Hidalgo è terribile: oltre al debole Cipro (che perderà tutte le partite) ci sono i Diavoli Rossi del Belgio, vice-campioni d’Europa in carica, l’Olanda vice-campione del mondo e la solida Irlanda di Brady e Stapleton. Le squadre che passano sono due, ma tutte e quattro hanno ottime possibilità di qualificarsi.
Rispetto al post-mondiale 1978 la Francia è cambiata soprattutto a centrocampo: insieme a Platini, stella indiscussa della squadra (che di fatto chiede ed ottiene il siluramento di Bathenay), si impongono inizialmente come titolari Jean-François Larios, suo compagno del Saint-Etienne e Alan Moizan del Monaco, un centrocampista di quantità di origine senegalese. Questo trio è inizialmente titolare ma con il passare delle partite arrivano i tre giocatori che insieme al fuoriclasse di Joeuf daranno vita al centrocampo che resterà nella storia per il mitico “Calcio-Champagne”. Il manovale del centrocampo, il corridore generoso la cui energia continua fa da degno supporto alla classe immensa di Platini è un venticinquenne maliano di Bamako che gioca nel Lione. Ha esordito nel maggio precedente contro l’Unione Sovietica ed è destinato a lasciare una traccia profonda nella storia della nazionale francese: si chiama Jean-Amadou Tigana. Non è un nero potente come Desailly, Vieira o Makelele, al contrario ha un fisico filiforme da ostacolista, ma durante la partita non si ferma mai; se Platini può permettersi, a volte, di riprendere fiato, prima di colpire con una delle sue meravigliose giocate di classe lo deve al suo fedelissimo scudiero di Bamako ed alla sua impagabile capacità di sacrificio.
Il secondo talento assoluto che si valorizza in questo periodo è Bernard Genghini, regista mancino del Sochaux. Il suo fisico tutt’altro che roccioso mal si adatta al calcio tutto potenza ed atletismo della fine degli anni Settanta: il suo piede sinistro (è uno specialista dei calci piazzati), la sua eleganza e la sua visione di gioco però convincono Michel Hidalgo, che ha in testa un’idea di calcio basata sulla classe e sulla tecnica piuttosto che sulla potenza; inizialmente Genghini sostituisce Platini quando questi è infortunato, ma poi Hidalgo, innamoratosi delle notevoli qualità tecniche di Genghini, troverà il modo di farli giocare assieme.
Il terzo innesto di Hidalgo nel centrocampo dei Bleus è un giocatore che in realtà aveva esordito in nazionale in piena era Kovacs (addirittura nel 1974) ma non aveva mai convinto del tutto, perché fisicamente ancor meno prestante di Genghini e Tigana, essendo alto solamente un metro e sessantatre. Hidalgo capisce in fretta che della sua classe, della sua vivacità, dei suoi dribbling e del suo tiro preciso non può fare a meno se vuole portare la Francia in cima al mondo. Anzi, in una squadra dalla vocazione così tecnica, è proprio lui, Alain Giresse, a far brillare ancora di più la classe immensa di Platini. La grinta, l’equilibrio (è un fondamentale uomo-squadra) e il grandissimo talento di cui è dotato permettono a questo Girondino purosangue di diventare uno dei più importanti giocatori della storia francese, tanto che nel mondiale di Spagna verrà meritatamente eletto secondo miglior giocatore della manifestazione dopo Pablito Rossi.
Rispetto al quadriennio precedente difesa ed attacco non cambiano granchè. Il portiere titolare è Dropsy, come centrali si alternano (a seconda di infortuni o squalifiche) Tresor, Lopez e Specht, mentre sulle fasce giocano Bossis, Battiston o Janvion. In attacco, quando possibile, i titolari sono sempre Rocheteau, Lacombe e Six, mentre tra i rincalzi quello che si mette maggiormente in luce è Gerard Soler del Bordeaux, esterno molto rapido e grintoso. Non rimane che arrivarci, a questo Mondiale di Spagna.

Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com

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