Bia e la sua sigla leggendaria

18 Febbraio 2021 di Paolo Morati

La scomparsa di Andrea Lo Vecchio, importante autore della musica leggera italiana, ci porta a scrivere di uno dei suoi brani che hanno maggiormente lasciato il segno nella nostra generazione. Stiamo parlando della sigla del cartone animato Bia e la sfida della magia, la cui storia (la competizione per diventare regina delle streghe) insieme all’indubitabile fascino della protagonista (complice anche il suo abbigliamento e alcuni siparietti) entrò di diritto nella memoria dei ragazzi italiani degli anni Ottanta.

Bia e la sfida della magia arrivò su Rai 2 solo nel 1981, pur avendo esordito in Giappone sette anni prima, conquistando fin da subito i cuori nostri e di chi non sapeva se scegliere tra la protagonista (Bia appunto, nell’originale chiamata Megu) e la sua altrettanto affascinante rivale Noa (Non). Il tutto in una sfida lunga ben 72 episodi (in Italia non ne furono trasmessi 7, per contenuti ritenuti non da bambini), in un’alternanza di momenti divertenti e tensione drammatica.

Ma venendo alla sigla, l’idea di fondo di una cadenza giocata sull’alfabeto si rivelò vincente nel fidelizzare il pubblico a un’opera disegnata che proponeva nei fatti un ampio percorso di formazione. Quel suo ritmo ipnotico con un testo semplice e facilmente memorizzabile risuonava (e risuona ancora) nelle nostre orecchie con la voce di Andrea Lo Vecchio che sussurra: “E così tu mi sfidi ad imitare Bia ed a fare qualche magia, io farò sparire un fazzoletto se non lo trovi vai subito a letto”.

Ecco che senza nulla togliere ad altre canzoni a cui il suo autore ha contribuito – tra le quali Luci a San Siro e Rumore, per citarne due di genere diverso – per noi la magia maggiore resterà sempre quella evocata da questa semplice ma perfetta filastrocca in musica.

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