Berruti o Mennea?

3 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Livio Berruti o Pietro Mennea? Chi è stato più grande fra i due campioni, entrambi medaglia d’oro olimpica nei 200 metri? A sessant’anni esatti dalla vittoria di Berruti a Roma, il 3 settembre 1960, proponiamo il ‘Di qua o di là’ definitivo fra due uomini così diversi da dividere anche a distanza di decenni dai loro momenti di gloria. Due fenomeni con il cui mito deve fare i conti non solo ogni velocista (Tortu si ispira chiaramente a Berruti), ma anche ogni atleta italiano.

I loro albi d’oro sono tutto sommato confrontabili, perché ai tempi di Berruti non esistevano i Mondiali di atletica, che sono nati nel 1983 quando la carriera di Mennea era quasi alla fine (a Helsinki vinse comunque il bronzo, oltre allo storico argento nella staffetta). In entrambi i casi ovviamente la gemma più luminosa è l’oro ai Giochi, dominando (con record del mondo) nel caso di Berruti 1960 o strappandolo con una clamorosa rimonta come il Mennea 1980.

Non sono invece confrontabili i tempi, ottenuti con piste e metodi di allenamento troppo diversi. Ci piace ricordare che in entrambi i casi parliamo di atleti lontani dal doping ed il loro fisico parlava chiaro, anche se fuori tempo massimo Mennea cadde in tentazione. La contrapposizione alla fine è più umana che tecnica: il ragazzo medio borghese che fa atletica per passione e quello piccolo borghese che la fa per emergere, l’atletica di Lord Burghley contro quella di Primo Nebiolo. Una rivalità che per motivi anagrafici non si è mai materializzata in pista, ma che è esistita, con episodi anche clamorosi. Berruti o Mennea?

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