Benitez e i requisiti del giornalista

21 Dicembre 2010 di Dominique Antognoni

di Dominique Antognoni
Tutti i giornalisti presunti esperti di Inter stanno scrivendo che l’allenatore era un corpo estraneo rispetto alla squadra, con alcuni giocatori che addirittura lo disprezzavano. Peccato che lo sapessero da mesi e la verità si possa scrivere solo fuori tempo massimo…

Notizia apparsa nelle pagine sportive di un quotidiano rumeno, Can Can: “Il difensore del WBA, Gabi Tamas, é stato protagonista di una scena horror in un night ad una festa privata. Ad un certo punto ha cominciato a picchiare e scalciare la sua fidanzata, Ioana Nut, accusandola di infedeltà. ‘Sei una troia’, le la gridato. Il motivo? Tamas é venuto a sapere che la sua compagna frequenta un’esercito di calciatori e che ‘nana porno’ è il suo soprannome nella Bucarest notturna”. Fine della notizia. Non proprio un esempio di grande giornalismo, ma di sicuro una notizia di quelle che in Italia mai si scriverebbero su un calciatore italiano. L’importante è ‘non rovinare i rapporti con i club’, come dicono certi caporedattori bolsi, in modo che si possano regalare al lettore l’intervista esclusiva con Cordoba, quella spiritosa con Antonini, la visita in redazione di Aquilani. Oltre che pubblicità formato famiglia, per far regalare al nonno il quarto telefonino touch. Notizie poche, opinioni forti zero.

L’abbiamo presa larga per parlare, come tutti, della situazione di Benitez.
Ora e’ facile fare i coraggiosi con lui, pero’ sono almeno due mesi che quelli che seguono l’Inter (facile sondaggio, li conosciamo tutti di persona) sanno quello che si dicevano i calciatori fra di loro a proposito del mister. Dopo Inter-Tottenham due giocatori interisti, mentre noi esaltavamo le doti di Benitez, ci hanno guardati come se fossimo dei poveracci: “Bravo questo? Sa giocare in un solo modo e non inventa mai nulla. I suoi cambi sono sempre uguali, fuori un terzino dentro un terzino, fuori un centrocampista dentro un centrocampista. Quando c’era Mou spiazzava tutti, noi compresi”. Detta dopo un 4-0 in mezzora rifilato agli inglesi ne siamo rimasti stupiti. Ma poi, una settimana dopo, al termine della miglior prestazione stagionale (la gara contro la Samp) alcuni hanno rincarato la dose, aggiungendo: “Aooohh, questo ci fa ammazzare. Giochiamo sempre gli stessi e se siamo stanchi il 4-2-3-1 non funziona. Il problema è che non sa fare altro. Ci ha proposto il rombo, gli abbiamo risposto picche e non ha saputo proporre nulla di nuovo. Poi uno di noi gli ha fatto notare che se si fa male pure Eto’o possiamo ritirarci dal campionato”.

Cose che abbiamo modestamente scritto su varie testate, ovviamente non italiane, ma che abbiamo anche raccontato ai giornalisti al seguito dei nerazzurri. 
Uno di loro ha proposto l’articolo ma dalla redazione centrale hanno glissato, puntando su un pezzo di mercato: era metà ottobre. “No no, niente polemiche”, la decisione coraggiosa dei capi. Di un giornale nemmeno milanese, quindi senza la giustificazione (comunque vile e sbagliata) dei ‘buoni rapportt’ da tenere. Un altro ha fatto finta di nulla, forse perché abituato a scrivere sotto dettatura del ‘presi’. Un altro ancora non ci ha prestato attenzione, convinto di conoscere tutte le trame del mondo nerazzurro: i suoi pezzi sono la sagra del ‘buco’, sempre copiati da quello che ha scritto un collega il giorno prima, ma tanto si sa che nessun lettore compra due quotidiani.

Ora invece e’ pieno di eroi. Come sempre.
Tanto lo spagnolo se ne va e quando ci si trova nella sua situazione anche il club ti dà una mano: ecco allora che come per magia fioccano le notizie sul rapporto fra Benitez e la squadra. La stessa logica per cui fino a qualche mese fa Ronaldinho era un estroso campione amante dei bonghi e della musica mentre adesso è un demonio, un cattivo maestro per i giovani. Poche settimane addietro una ragazza seduta fra il pubblico, pochi metri a destra della tribuna stampa, ci ha chiesto quali requisiti si dovessero avere per diventare dei giornalisti sportivi. Il direttore di Indiscreto, con la consueta sintesi, ha risposto: “Nessuno”. Ma si è sbagliato. Ci vogliono amore per il quieto vivere, piaggeria nei confronti delle società e dei tifosi, velocità nello stenografare quello che si ascolta in televisione.


Dominique Antognoni
(in esclusiva per Indiscreto)

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