Bakayoko il George Floyd all’italiana

19 Luglio 2022 di Stefano Olivari

Non fermate più sospetti spacciatori di droga in una zona in cui è appena avvenuta una sparatoria fra spacciatori di droga, visto che c’è una probabilità su 100 che uno di loro sia un calciatore. Questo il messaggio che il giornalista collettivo, il popolo di Twitter e purtroppo anche Amnesty International hanno recapitato ai poliziotti che alle sei del mattino dello scorso 3 luglio, non lontano da corso Como a Milano, hanno osato perquisire il centrocampista del Milan che si trovava lì per fatti suoi, insieme ad un amico sul suo SUV, e che aveva la sfortuna di essere nero e con lo stesso abbigliamento di alcuni protagonisti della sparatoria di poco prima, fra pusher senegalesi e maghrebini. Poi magari questi pusher erano in realtà norvegesi e giapponesi e la Questura ha mentito, a noi giornalisti democratici non la si fa.

Le prova che Bakayoko sia una specie di George Floyd all’italiana dovrebbe essere il video ripreso da un passante, che si può trovare in tutto il web e che in realtà prova l’esatto contrario: una perquisizione eseguita secondo le regole, compreso l’altro occupante dell’auto tenuto per qualche secondo sotto tiro, che personalmente abbiamo vissuto da entrambe le parti della barricata e che può stupire soltanto chi non sia mai uscito di casa dopo le nove di sera. Non era nemmeno un controllo a campione, oltretutto, come quello da noi subito l’ultima volta qualche mese fa (in via Novara nei pressi del deposito ATM: dove se no?), ma mirato su una descrizione precisa che corrispondeva in gran parte a quella di Bakayoko.

Se poi c’è dell’altro non è di sicuro il video che lo certifica, ma non crediamo visto che subito dopo si è materializzato il finale italianissimo, quando i poliziotti si sono accorti dell’identità di Bakayoko. Come se un calciatore non potesse nemmeno in teoria essere in contatto con brutta gente per pochi soldi. Quando la storia e l’attualità spiegano proprio il contrario… Comunque anche da noi, dove le mode arrivano con anni di ritardo, sta prendendo piede la narrazione della polizia violenta contro le minoranze etniche (che in corso Como a quell’ora sono peraltro la maggioranza), a prescindere dalle responsabilità individuali perché è ovvio che il poliziotto idiota e/o criminale statisticamente esista.

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