Attualità
America Great Again con Tom Brady
Indiscreto 08/02/2021
I Tampa Bay Buccaneers guidati da Tom Brady hanno vinto da sfavoriti il Super Bowl LV, e lo sappiamo bene perché avevano scommesso sui Kansas City Chiefs e sul loro attacco, non soltanto sulla classe immensa di Patrick Mahomes che comunque anche mal difeso ha sfiorato due giocate sensazionali, senza entrare nel merito delle interferenze fischiate un po’ a caso che hanno messo la partita su un certo binario. Poi i Buccaneers hanno legittimato, per dirla in giornalistese…
Il tirare le quattro e mezzo del mattino insieme a Roberto Gotta e ai telecronisti di DAZN, oltre che con Giorgio Tavecchio, ha avuto un senso per tanti motivi ed uno di questi è stato l’ennesima impresa del giocatore più vincente di tutti i tempi, al quale Indiscreto (a firma ovviamente di Gotta) ha dedicato un libro di straordinario successo, il Mondo di Tom Brady (esauritissima l’edizione cartacea, ora in ristampa, è disponibile quella elettronica), di cui magari proporremo qualche brano in questi lunghi mesi senza football.
Fra i tanti pregi e record, Brady detiene quello di essere l’unico fuoriclasse dello sport mondiale ad essere sostenitore di Donald Trump, non tanto per Trump (e comunque ci vuole coraggio, se hai qualcosa da perdere, per indossare il cappellino del Make America Great Again) ma perché capace di andare contro il mainstream mediatico pur essendo lui il personaggio più mainstream del mondo. Prima il ragazzo e poi l’uomo perfetto, che però tanto perfetto non è: quando abbandonò la fidanzata incinta per mettersi con Gisele Bundchen non è che si attirò commenti tipo quelli riservati a Zaniolo.
Con il suo settimo Super Bowl vinto, dopo i sei con i Patriots, a 43 anni Brady è diventato il secondo quarterback titolare, dopo Peyton Manning, a conquistare il titolo con due squadre diverse. Non è una statistica banale in uno sport in cui per sminuire l’impatto di un quarterback o di giocatori di altri ruoli da copertina si dice, giustamente (giustissimamente per il quarterback, dove la grandezza dipende anche dalla protezione della offensive line), che a vincere è il sistema ed in definitiva il football degli allenatori.
Ma più dei tanti record di Brady, che se fosse ben consigliato si ritirerebbe in questo istante e farebbe il dirigente dei Buccaneers (cosa che di fatto è stato già in questa stagione), dopo l’unico confronto con la stella del presente e del futuro, ci ha colpito la capacità dell’America di offrire una versione accettabile del suo sport anche in una stagione segnata dal Covid. Con il pubblico ridotto di due terzi, certo, mascherine ovunque e paura diffusa viste le centinaia di addetti ai lavori della NFL che si sono ammalati, ma comunque sempre nel quadro di uno spettacolo e di un evento sportivo straordinario. America Great Again a prescindere da Trump, Biden e anche da Brady.