Allegramente verso la B

6 Dicembre 2011 di Libeccio

di Libeccio
Dopo l’uscita di scena di Gasperini scrivemmo che era una sciocchezza parlare di pericolo serie B in riferimento all’Inter. Ecco, ceravamo sbagliati. Giunti a dicembre, considerare tale eventualità è del tutto ragionevole se solo si guarda la sua posizione di classifica e, soprattutto, la confusione che regna sovrana in campo, in panchina e nella dirigenza.
Soprattutto le ultime prestazioni di Siena e contro l’Udinese hanno messo in luce una tale sequela di orrori calcistici da restare sbalorditi, per l’insipienza delle ex primedonne, dei comprimari giovani e meno giovani e del conduttore salutato anche da noi come un nocchiero con infusa la sapienza di govenare la barca in difficili marosi. Se mai qualcuno avesse idee diverse sul tema, basti considerare alcuni numeri o circostanze incontestabili. In sei gare l’Inter ha subito tre sconfitte in casa. Quante ne aveva accumulate negli ultimi 5 anni. Mai nella sua storia l’Inter aveva perso il 50% di partite sul totale fino ad ora giocato. Dal 1965 mai l’Inter era andata così male in campionato. L’Inter è quart’ultima in campionato insieme a Bologna e Siena. In duemilatrecentosessantasette minuti giocati i suoi 5 attaccanti hanno segnato la miseria di appena 6 gol. Sono numeri da retrocessione piena.
Comunque la si guardi una squadra così va dritta dritta in B se non interviene qualcuno o qualcosa che sappia riportarla almeno su uno standard dignitoso, dignità che la squadra ha perduto completamente. Fino ad ora, oltretutto, il suo andamento in Europa ha coperto (quasi occultato) ciò che avveniva in Italia. Complice anche un cammino non certo irto di avversari irresistibili. La squadra è vecchia, bolsa fisicamente e mentalmente. I suoi assi portanti (Zanetti, Stankovic e Cambiasso) sono logori e non più lucidi per l’enorme lavoro svolto in questi anni. La difesa (Lucio, Maicon e Samuel) è diventata lenta e impacciata complici anche gravi infortuni occorsi. Sneijder è scarsamente motivato e troppo spesso infortunato. I suoi possibili sostituti non all’altezza. Milito è un giocatore del tutto sfiorito e Pazzini eccelle quando tutta la squadra lo supporta soprattutto nelle conclusioni veloci e in fase di taglio, mentre quasi sempre gli vengono dati palloni lenti e rasoterra senza senso. Il grossolano errore del rigore contro l’Udinese, poi, è il fotogramma perfetto del momento. E’ poi venuta meno anche la granitica compattezza che aveva fatto dell’Inter una squadra invincibile. Anche da tutto ciò si capisce che occorre alzare bandiera rossa da massimo allarme.
Suoi nuovi poi occorre dire finalmente che non uno di questi sta dimostrando spessore e stoffa che servono per giocare in una squadra di vertice. Il soldatino Nagatomo tanto ordinato quanto inutile, le ripetute amnesie di Ranocchia, i limiti tecnici di Obi, la inconsistenza tecnico tattica di Alvarez, il Poli mai visto, l’ancora imperbe Castaignos che comunque non è il campione in miniatura che qualcuno ha inteso vedere dopo appena un suo gol fortunoso. Con Zarate poi l’Inter ha privato la Lazio di un problema facendosene carico. E’ la realtà. Bisognava venderne molti sul finire della stagione trionfale di due anni fa e tenere Eto’o e Balotelli: un fenomeno di oggi e uno di domani (ma anche oggi). Si sono invece tenuti tutti gli altri e venduti prima Balotelli e poi Eto’o. Forse perchè per gli altri tutto questo mercato neanche c’era. Nelle ultime due gare abbiamo visto una squadra che non lotta e che si è già adeguata al ruolo della comprimaria di lusso in sfacelo. La peggiore categoria di squadra possibile. Quella che ti porta dritta dritta in B senza neanche combattere il necessario. Anche Ranieri pare avere questo passo.
Stanno tornando anche i titoli sui giornali circa la vita “allegra” di certi giocatori
(peraltro la stessa di quando l’Inter vinceva), insieme al corollario propagandistico tanto caro a certa stampa che non tocca il padrone del vapore neanche quando gli errori sono stati macroscopici e a qualcuno tali errori andrebbero addebitati. Ora occorre agire subito non per portare l’Inter in Europa come ha militarescamente richiesto il patron Moratti, ma bensì per tenerla nella serie A italiana.
 

Libeccio (6 dicembre 2011)

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