Alla ricerca dei Chipperfield

14 Aprile 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Era un giovane guidatore part-time di autobus ed è finito a rappresentare il proprio stato, l’Australia, ad un Mondiale di calcio, risultando oltretutto uno dei migliori. Per vestire la casacca degli Aussies aveva addirittura pagato di tasca propria, organizzandosi autonomamente il viaggio in Nuova Zelanda per partecipare alla Oceania Nations Cup del 2002, per la quale la Federcalcio Australiana non aveva previsto rimborsi-spesi ottenendo come risposta la defezione di massa dei nazionali militanti in Europa. In patria ha fatto incetta di trofei (due titoli nazionali e una Champions d’Oceania con i Wollongong Wolves) e medaglie (due Johnny Warren – alias miglior giocatore del campionato – e una Joe Marston – miglior giocatore della A-League Grand Final) prima di emigrare in Svizzera per contribuire a porre le basi dell’ascesa del Basilea. Scott Chipperfield è quello che si può definire un gregario di qualità. Vale a dire uno di quei giocatori che non catturano la vista né fanno felice il merchandising, ma di cui ci si accorge soprattutto quando mancano. Lo sanno bene a Basilea. Subito doppietta coppa-campionato (quest’ultimo vinto dopo 22 anni di astinenza) il primo anno, incredibile cavalcata in Champions League in quello successivo. Eliminato il Liverpool nella prima fase a gironi dopo un pirotecnico 3-3 al St. Jakob Park (dove i renani conducevano 3-0), risultati di prestigio nella seconda fase (pareggio in casa del Manchester United, vittorie contro Juventus e Deportivo La Coruna) e quarti di finale mancati solamente per differenza reti.
2. Di quella squadra, l’esterno sinistro (ma anche terzino e, all’occorrenza, mezzala) australiano è l’unico superstite assieme al semi-desaparecido, causa infortuni, ex juventino Ivan Ergic. Buona parte degli ex-compagni, una volta lasciata Basilea, ha combinato poco. Pascal Zuberbühler, archiviato un Mondiale 2006 chiuso senza subire reti ma senza nemmeno prendere un rigore nello sfortunato ottavo di finale contro l’Ucraina, è oggi portiere di riserva del Fulham. Marco Zwyssig e Murat Yakin si sono ritirati. Hakan, fratello di quest’ultimo, ha alternato ottime salite (l’eccellente stagione 07/08 con lo Young Boys e il buon campionato europeo 2008) a rovinose cadute (le avventure estere con Stoccarda e Galatasaray), quindi ha scelto i petrodollari dell’Al Gharafa. Thimotee Atouba fa la riserva nell’Amburgo, Julio Hernan Rossi nel Neuchatel Xamax. Christian Eduardo Gimenez è ripartito da Locarno, Berndt Haas vive il suo crepuscolo nel San Gallo, mentre Mario Cantaluppi se la sfanga nella B belga con il Sint Truiden. Chipperfield è stato finora l’uomo in più di un Basilea che, a dispetto di vari giovani in rampa di lancio, si affida all’esperienza e alla fisicità per tenere il passo di uno Zurigo indubbiamente superiore dal punto di vista del gioco. La dice lunga il fatto che Scottie sia l’attuale capocannoniere della squadra (12 reti, in doppia cifra per la prima volta in otto anni di Super League) nonché l’elemento dei renani maggiormente presente nella top 11 redatta settimanalmente dal quotidiano Blick. La sua ventilata partenza a fine stagione per tornare in Australia potrebbe pesare nell’economia del club di frau Gisela Oeri molto di più del passaggio al Bayer Leverskusen della stellina Eren Derdiyok, alle prese con una stagione interlocutoria che ha confermato tutte le proprie difficoltà nel terminare un campionato in doppia cifra.
3. Chi ha visto le proprie stimmate di talento richiudersi una volta varcato il confine svizzero è stato invece Xavier Margairaz, la cui avventura nella Liga spagnola con l’Osasuna si è rivelata un totale flop. Tantissimi problemi fisici e qualche prestazione non all’altezza, per uscire dal circolo vizioso il brillante centrocampista ha puntato tutto sul ritorno a casa, allo Zurigo. Solo ad aprile però è arrivato il primo segnale di vita, con la rete decisiva sul campo del Sion che ha permesso all’attuale capolista di mantenere invariato il punticino di distacco che la separa dal Basilea. Poi è stato espulso. Forse però nel testa a testa con i renani destinato ad accompagnarci fino alla fine della stagione, lo Zurigo ha scoperto di avere un’arma in più.
4. Una pubblicazione sul calcio locale svizzero scovata sul bancone del particolarissimo Giger Bar di Chur, città alpina conosciuta in Italia con il nome di Coira, ci ha fatto immaginare che fare il talent scout a livello giovanile debba essere un lavoro tutt’altro che semplice. Salvo ci si trovi di fronte al Messi o al Cristiano Ronaldo di turno, e in quel caso sarebbe ancora attuale la frase pronunciata da Georg Kessler, il ct della nazionale olandese che oltre quarant’anni fece esordire in maglia oranje Johan Cruijff (“non l’ho scoperto io, un talento così si scopre da solo”), saper cogliere la differenza tra un lampo accecante e un fuoco che cova sotto la cenere richiede abilità molto particolari. Lo dimostra il caso di Talisson Ferreira Da Costa, ala destra brasiliana classe 1988 le cui percussioni sulla fascia fecero strabuzzare gli occhi a più di un osservatore un anno fa al torneo under-20 di Bellinzona. Giocava nel Basilea, arresosi in finale allo Sporting Lisbona (finalista anche quest’anno, sconfitta però dal Tottenham Hotspur) guidato da uno scricciolo nigeriano classe 91, Ibrahim Rabiu, che sembrava avere scorte illimitate di ossigeno nei polmoni. Talisson e Rabiu si divisero la palma di miglior giocatore della manifestazione. Ma se oggi Rabiu è in prima squadra nello Sporting ed è anche stato inserito nella lista Champions, Talisson sbarca il lunario nell’Fc Solothurn, metà classifica nel girone B del campionato di Prima Lega. Nel paese ai piedi della catena dei monte Jura ci è arrivato a febbraio dal San Gallo under 21. Eppure in tema di giovani il Basilea non è certo il Milan, basti pensare a Valentin Stocker, al già citato Derdiyok, Oran Mustafi, Fabian Frei, Yann Sommer e Serkan Sahin, tutti giocatori dotati di potenziale gradualmente inseriti in prima squadra senza la necessità di parcheggiarli in prestito. “Questo sfonda di scuro, possiede delle qualità eccezionali”. Commentarono così, all’unisono, un gruppo di giocatori della Roma under-19, avversaria dei renani qualche giorno prima, seduti sulle tribune del Comunale di Bellinzona per la finale. Difficile trovare giudizi più sinceri e disinteressati. Eppure errati.
5. La scorsa stagione il Bellinzona si guadagnò la promozione in Super League grazie al sostanzioso contributo di un attaccante, il camerunese Christian Pouga (oggi disperso nel naufragio del Sevilla Atletico sul fondo della Segunda Division spagnola), prelevato dal campionato cinese. Quest’anno lo Young Boys legittima le proprie ambizioni di titolo nazionale sfruttando l’eccellente rapporto reti segnate/minuti giocati dell’ivoriano Seydou Doumbia, proveniente dalla serie cadetta giapponese e già trattato in questa rubrica. La tradizione svizzera dell’acquisto di bomber da campionati esotici o comunque lontani mille miglia dal calcio di vertice continua oggi a Lucerna con il portogh
ese Joao Pedro De Lemos Paiva. Scuola Sporting Clube de Portugal, il puntero arriva da Cipro, dove ha disputato le ultime quattro stagioni (segnando la miseria di 18 reti) dividendosi tra Fc Apollon e Athlitiki Enosis Kition. Sua la doppietta che ha contribuito a stendere il Bellinzona, suo uno dei tre gol rifilati al Vaduz che hanno riacceso la speranza dei lucernesi portandoli ad un solo punto dal club del Lichtenstein, all’inseguimento di quel nono posto che gli permetterebbe di giocarsi almeno ai play-off la permanenza nella massima divisione nazionale. Paiva ha anche portato il Lucerna in semifinale di Coppa di Svizzera, salvo poi sbagliare uno dei rigori che sono costati al club l’eliminazione per mano del Sion. Le statistiche di Super League dicono però 8 reti in 15 partite. A Lucerna ci si può (e ci si deve) accontentare.
Alec Cordolcini
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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