Agnelli che non si vergognano

29 Novembre 2011 di Libeccio

di Libeccio
E’ molto difficile comprendere il senso di un “tavolo della pace” tra Inter e Juve. Un tavolo della pace è credibile e auspicabile per israeliani e palestinesi contrapposti da decenni di reciproco odio e sanguinoso conflitto. In altre parole, il tavolo della pace può avere senso quando tutti i suoi partecipanti hanno combattuto una guerra.
Il cosiddetto tavolo della pace invocato da Gianni Petrucci ha invece a riferimento un contesto per nulla chiaro, che vede protagonista assoluto Andrea Agnelli che in ogni modo sta tentando di occultare ciò che la giustizia sportiva prima e quella ordinaria (in primo grado) poi hanno suggellato con chiarezza estrema. Sia la giustizia sportiva che quella ordinaria, infatti, hanno chiaramente concluso che esisteva in Italia una associazione a delinquere che condizionava pesantemente il regolare svolgimento dei campionati di calcio di serie A, creando un vantaggio a coloro che questo sistema avevano posto in essere (Juventus soprattutto) e agli altri club che in modo collaterale e per conseguenza di un complesso e articolato sistema di alleanze di questo sistema si avvalevano per trarne profitto e indiscussi vantaggi.Questa è l’unica realtà che ben due distinti procedimenti hanno portato alla luce e dimostrato senza possibilità che venisse mai meno l’impianto accusatorio di partenza. Quanto emerso a proposito dell’Inter, ad esempio, non ha indotto la magistratura ordinaria giudicante a inviare un fascicolo al tribunale di competenza per l’apertura di una indagine specifica. In giurisprudenza vuol dire che mancavano completamente i fondamenti di reato. In base a quanto accaduto, alle sentenze della giustizia sportiva soprattutto, la Juventus è stata condannata a pene che ne hanno pesantemente ridimensionato il ruolo centrale e di leadership giocato stabilmente per oltre mezzo secolo. La Juventus ha riconosciuto le sue eclatanti responsabilità, espulso dai suoi quadri dirigenziali Giraudo e Moggi e patteggiato la pena che altrimenti sarebbe stata molto più dura di quella comminata, impegnandosi oltretutto a non effettuare ricorsi di sorta sul tema.
Ora i ruoli si sono scambiati: la Juve contesta violentemente le accuse di partenza sostenendo che nulla c’entrava e chiedendo addiruttura i danni per le conseguenze occorse (ma stranamente i danni li chiede a tutti tranne che a chi tali danni ha causato) e i principali responsabili dei reati (già condannati) che cominciano a sostenere che la Juve non poteva non sapere quello che loro facevano (Moggi soprattutto). Tale estemporaneo e tracotante atteggiamento di Andrea Agnelli, improntato al pieno rovesciamento della realtà secondo il migliore modello italico, ha prima rivendicato gli scudetti tolti alla Juve in quel periodo, poi contestato quello assegnato all’Inter nel 2006, poi chiesto che anche l’Inter fosse inquisita dalla giustizia sportiva per delle telefonate dove non si diceva nulla che già non si sapesse, poi intimato addirittura all’Uefa che l’Inter fosse cancellata da ogni competizione sportiva internazionale – e qui la Uefa ha risposto con una pernacchia -, chiesto infine una montagna di denaro a titolo risarcitorio non si capisce bene a chi e per cosa. Ovvero un comportamento senza senso, illogico, illegittimo, platealmente infondato, senza vergogna insomma.
Dopo un periodo interlocutorio, ma di fuoco, soprattutto incentrato sulle dichiarazioni furibonde di Andrea Agnelli rese a mezzo stampa (ovunque le potesse rendere) contro l’Inter e Moratti, Moratti ha sempre risposto abbassando i toni, spesso non rispondendo tranne quando non poteva farne a meno. Evitando che la polemica deflagrasse e, signorilmente, evitando di commentare la recente sentenza della giustizia ordinaria relativa a Moggi, che ha fatto crollare ogni sogno revanchista di Moggi stesso e di Andrea Agnelli. Ecco a questo punto profilarsi la proposta di Petrucci sostanziata nel cosiddetto “Tavolo della Pace”. Pace di che? Pace tra chi? Quali sono le offese di pari segno che il tavolo della pace dovrebbe pareggiare tra Juve e Inter? In quali processi l’Inter è stata condannata per i reati di cui Juventus e suoi massimi dirigenti sono già stati condannati? Come si possono mettere sullo stesso piano vittima e carnefice? Come si può dire che chi delinque è chi è vittima di tale attività delinquenziale pari sono? Come può Moratti prestarsi a tale indegna conclusione a tarallucci e vino di una vicenda che ha sporcato il calcio italiano in modo indelebile e casomai creato danni gravissimi proprio alla società che egli rappresenta? E’ nostra opinione che se veramente il tavolo della pace si farà, ognuno si sentirà autorizzato a delinquere in avvenire, certo non solo della impunità, ma anche della conquista di qualche medaglia di alto merito per avere mirabilmente calpestato le regole del gioco.

Libeccio (29 novembre 2011)

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