Accelerare per la Juventus

14 Gennaio 2021 di Indiscreto

L’esame taroccato di Suarez all’università di Perugia potrebbe travolgere la Juventus, o almeno Fabio Paratici, ma ad ogni giro di interrogatori e rivelazioni fa fare una figura pessima anche ad altri soggetti. Adesso è il turno di Paola De Micheli, ministro dei trasporti ed a suo dire amica di infanzia di Paratici, alla quale il dirigente della Juventus si era rivolto per accelerare la pratica dell’italianizzazione di Suarez. E lei, come si è letto sulle intercettazioni pubblicate dalla Nazione e dal Corriere della Sera, il 3 settembre si attiva con il capo di gabinetti del Ministero degli Interni, Bruno Frattasi.

Il linguaggio è quello prudente e criptato di chi sa come funziona il mondo (“La Juventus mi chiede notizie“, “Possiamo supportarli“, “Un dirigente per accelerare“), ma il messaggio è chiarissimo ed infatti Frattasi metterà in contatto l’avvocato della Juventus, Chiappero, con un dirigente responsabile per questo tipo di pratiche. Con la nostra domestica, se ne avessimo una, non funzionerebbe proprio così. Di sicuro il 17 settembre l’attaccante all’epoca ancora del Barcellona supera a Perugia un esame farsa, brevissimo, con domande preparate ma risposte comunque imbarazzanti, dal contenuto leggendario (“Il bambino porta cocummella“). Finora a pagare sono stati solo quelli dell’università.

Ma dal nostro punto di vista l’aspetto più interessante è l’ammissione fatta da Paratici nell’interrogatorio dell’11 novembre: “L’ interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro all’ anno netti, comprensivi di circa 1,5 milioni di bonus facilmente raggiungibili. C’ erano poi altri bonus più difficili da raggiungere, fino a un totale di 10 milioni. L’ accordo era un anno più 1 o 2 con una clausola di recesso a favore della società, dopo il primo anno“. Insomma, a fine agosto era tutto fatto, con Paratici e la Juventus convinti che Suarez avesse già da anni un passaporto comunitario, “Perché lo dicevano i siti specializzati“. Le fonti di informazione dei grandi operatori di mercato sono uguali a quelle del bar?

Non si capisce il perché (uno degli anelli deboli della storia), ma soltanto ad accordo raggiunto Paratici si pone il problema del passaporto di Suarez ed effettivamente scopre che ha soltanto quello uruguaiano. In quel momento la Juventus ha appena preso McKennie e Arthur, quindi per un altro extracomunitario non ci sarebbe posto. Da lì si mette in moto la macchina per portare ‘preparato’ Suarez all’esame di Perugia, con i consigli della ministra e con la stranissima marcia indietro a pochi giorni dall’esame stesso. Marcia indietro non comunicata ai media di stretta osservanza, che quel giorno descrissero l’esame come un esempio di perfetta organizzazione juventina.

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