La Serie A che non crede nei giovani

21 Settembre 2020 di Indiscreto

Cristiano Ronaldo, Vidal, Dzeko, Ibrahimovic: a prima vista la Serie A italiana è la terra promessa delle vecchie glorie, dei bolliti più o meno di lusso. Ma è davvero così, al di là della retorica sui giovani? Quasi, perché fra i campionati che contano la Premier League schiera molti meno giovani di noi. Secondo i dati del CIES riferiti alle ultime cinque stagioni il massimo campionato inglese ha infatti concesso agli Under 21 il 7,1% dei minuti giocati.

La Serie A è meglio, ma non molto meglio, con il suo 9,3%. Comunque anche la celebrata Liga spagnola, quella che nello storytelling è la lega della fantasia che crede nei giovani, ci è dietro con un imbarazzante 9% di Under 21 giocanti dal 2015 ai giorni nostri. A proposito di piani quinquennali, curioso che il massimo campionato del pianeta, rimanendo su paesi conosciuti, che meno crede nei giovani sia quello cinese: 3,9%… Ma non c’era un programma a lunga scadenza per arrivare al Mondiale 2030? Citiamo cose che abbiamo letto mille volte, tipo ‘Bisogna vendere prima di comprare’.

Abbastanza bene la Bundesliga con il suo 13,1% e la Francia con il 15,4, perfettamente nel luogo comune il 23,8% della Eredivisie, quasi un campionato Under 21. Poi schierare giovani non è necessariamente un valore, spesso significa soltanto che si è costretti a farlo: scontato l’esempio dell’Atalanta, che da quando sta cercando di cambiare status pesca pochissimo dal suo settore giovanile e preferisce lanciare giocatori sì sottovalutati, ma non ragazzini.

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