La mano di Conte contro la Fiorentina

28 Settembre 2020 di Vincenzo Matrone

Le cinque sostituzioni possibili a partita hanno secondo noi ingigantito quello che già con tre era un mito mediatico: gli allenatori bravi a cambiare le partite. Fino a un anno fa in Italia l’archetipo di questo tipo di allenatore era Massimiliano Allegri, adesso dopo Inter-Fiorentina il nuovo mago della sostituzione a partita in corso è diventato Antonio Conte, in attesa del prossimo turno in cui una squadra allo stremo delle forze sarà piegata nel finale dal quarto attaccante della Juventus o dal quinto del Napoli (era per dire, domenica c’è Juventus-Napoli).

L’allenatore nerazzurro nel secondo tempo ha fatto alzare dalla panchina, in ordine di apparizione, Hakimi, Sensi, Vidal, Nainggolan e Sanchez… Tutti giocatori che in varie epoche sono stati uomini-mercato, comunque giocatori all’altezza e anzi in qualche caso meglio dei titolari. In altre parole, la mano dell’allenatore ci può essere ma solo quando ci sono i giocatori sui quali usarla.

Altre rose su cui si può mettere la ‘mano’? Ovviamente quella della Juventus, ma notevolissime come numero di giocatori ‘veri’ (a 25 ci arrivano formalmente quasi tutti) anche quelle del Napoli, dell’Atalanta e della Lazio. Al confine della ‘mano’ quelle di Roma e Milan., Insomma, anche di Pirlo e Gattuso leggeremo, e nel caso di Gattuso stiamo peraltro già leggendo, di ‘mano’.

Con una piccola provocazione diciamo che la vediamo un po’ all’opposto. Queste mosse geniali, cioè in definitiva mettere in campo più giocatori offensivi o giocatori offensivi più freschi, sono figlie anche di formazioni iniziali sbagliate. L’abbiamo già scritto ma ci ripetiamo: le cinque sostituzioni a partita hanno cambiato il calcio, quasi più di una modifica del fuorigioco. Ed è incredibile, o forse no visto il modo in cui vengono tenute in piedi, che le squadre medie e piccole abbiano accettato così supinamente questa rivoluzione mai discussa.

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