Ivan Graziani e il rock, tra viaggi e intemperie

3 Settembre 2020 di Paolo Morati

Non basta la chitarra elettrica per fare musica rock. Sembrava saperlo bene Ivan Graziani, che la chitarra la suonava rendendola co-protagonista delle sue canzoni, a partire dal raro e strumentale Tato Tomaso’s Guitars. Ne parliamo perché 40 anni fa usciva Viaggi e intemperie, l’album contenente la celebre Firenze (canzone triste) e nuovo capitolo di un filotto di opere con quelli che poi diventeranno i vari classici del suo repertorio. Da Lugano addio a Pigro passando per Monna Lisa, Paolina, Agnese e il brano che consideriamo uno dei suoi massimi vertici: Fuoco sulla collina.

In tale contesto Viaggi e intemperie si inserisce come disco spartiacque tra due decenni, partendo appunto da quella storia su “una donna da amare in due in comune fra me e te” tra archi, chitarre e batteria. Ecco le donne, spesso al centro dei racconti in musica di Ivan Graziani, come nella irriverente (“E l’amore come va?” le ho chiesto “Ho un conte che mi ama lui viene dalle Marche ed è un po’ particolare e lui mi lega su una sedia e mi cosparge di miele poi fa una risata che ti lascio immaginare”) Isabella sul treno e su un ritmo che corre sui binari ferroviari e nella più classica Olanda (“Scappare da qui, fuggire lontano, un mondo nuovo che ci accolga tutti e due senza malinconie”) e ancora nell’episodio di Dada, “buona assai” e del suo “rapporto torbido fra cugine strette”, toccando il tema della droga.

Fino alla scatenata e triste Angelina (“Al Mini Bar di Corso Emanuele mordendo il tuo panino stai ancora piangendo Angelina, Angelina, Angelina non mi dire mai di no”) e al corteggiamento pericoloso in terra di Siracusa (“Gli occhi profondi e una spina nel cuore lei mi disse – Ti prego stai attento lui è cattivo ed io gli appartengo come se fossi una cosa”).

Sei corde ancora protagonista in Radio Londra, composizione sul momento bellico (“Oggi è il mio compleanno, un compleanno in questa lurida guerra una data da non ricordare perché ho in braccio un fucile”) giusto aggancio per tornare al tema iniziale. In Viaggi e intemperie – e più in generale nell’opera di Ivan Graziani – il significato di rock assume una dimensione romantica e artistica, andando ben oltre lo strumento usato e abusato dai cosiddetti profeti del genere che pensano che essere rock significhi rumore e sudore, nei suoni e nei comportamenti.

Ed ecco allora che Ivan Graziani, con quel suo timbro inconfondibile, proprio in mezzo all’album, tra le situazioni sbagliate di Tutto Questo Cosa Centra Con Il R. & R, sembra esserne cosciente (o forse ci piace solo pensarlo) quando invoca “E allora tu, tu, aiutaci tu, mamma chitarra e allora tu, tu, aiutaci tu a non fare più, a non fare più falsa, falsa testimonianza”. In definitiva un disco (e una discografia) che non vanno dimenticati.

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