Quando si può giocare a calcetto

12 Giugno 2020 di Stefano Olivari

Quando si può giocare a calcetto? Domanda fatta da gente di mezza età ad altra gente di mezza età, di solito, che adesso ha una nuova risposta: non più il 15 giugno, come Conte (Giuseppe) aveva fatto intuire fino a ieri, ma ottimisticamente il 25, quando potranno riprendere anche a livello amatoriale gli sport di contatto. Sempre che la situazione epidemiologica, nazionale o per singole regioni, non peggiori.

Essendo il calcetto del giovedì sera con gli amici una delle poche cose di cui ci importi nell’universo (quest’anno festeggiamo i 30 anni sullo stesso campo, la DDS di Settimo Milanese, anche se i più vecchi di noi giocano insieme da 39, cioè dal 1981), siamo felici che in teoria si riparta un giovedì, appunto il 25. In mezzo a zanzare che non si sono mai viste nemmeno in Malesia è prevedibile che gli infortuni di natura traumatica aumentino in maniera esponenziale, con conseguente corsa al pronto soccorso del San Carlo (al di là delle fratture, di solito entri nella sala d’aspetto con ideali di accoglienza e ne esci sovranista).

Ma cosa volevamo dire a proposito del calcetto, che quasi nessuno (forse solo i romani sotto l’1,60 che giocano unicamente di suola) chiama calcio a 5? Ah sì, che negli ultimi anni girando anche altri campi notiamo un innalzamento dell’età media evidentissimo. Come a dire che per almeno un decennio non c’è stato ricambio ed il trentenne di oggi, finita un’attività sportiva seria (per quanto di bassissimo livello), ha nella media meno propensione a giocare in maniera libera. Forse perché non l’ha fatto da bambino, forse perché ha più interessi, forse perché sono cambiati i tempi: non è né un bene né un male. Molti centri non a caso hanno riconvertito campi da calcetto in campi da tennis, quando all’inizio degli anni Novanta avveniva il contrario. La vera risposta alla domanda “Quando si può giocare a calcetto?” è quindi “Quando se ne ha voglia”.

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