Il complotto contro Schwazer

13 Settembre 2019 di Stefano Olivari

I media italiani hanno deciso, quasi compatti, che c’è stato un complotto dell’Agenzia mondiale antidoping ai danni di Alex Schwazer e del suo allenatore Sandro Donati. Però dalle quattro ore di incidente probatorio di ieri a Bolzano è venuta fuori una sola verità, emersa dal rapporto dei RIS di Parma presentato dal colonnello Lago: nei campioni di urina associati a Schwazer l’unica urina presente è quella di Schwazer stesso.

Insomma, nessuna aggiunta di urina per così dire ‘dopata’. Questo non esclude in linea teorica che i campioni possano essere stati manomessi in altro modo ed è per questo che l’oro olimpico di Pechino nella 50 chilometri di marcia non è stato ancora rinviato a giudizio dal Gip. L’ultima linea di difesa del marciatore altoatesino è che l’urina del secondo flacone (campione B) ha una concentrazione di DNA 3,69 volte superiore a quella del primo (campione A).

Una differenza che il perito della WADA ha spiegato con il fatto che il maggiore uso del campione A ai fini di analisi porta ad una diminuzione della concentrazione del DNA per i ripetuti scongelamento e congelamenti. Non siamo biologi o chimici, ma notiamo da parte anche di loro pareri diversi sulla questione: è proprio a questa area di dubbio che si aggrappa la difesa di Schwazer, ma più che altro di Donati.

Il dubbio riguarda peraltro anche i mandanti del complotto, visto che nel 2016 l’operazione ‘Grande rientro di Schwazer pulito’ era stata sostenuta dal CONI e dalla FIDAL (unica delle federazioni dei grandi sport ad essere pro Malagò, fra l’altro), con diversi milioni spesi per organizzare la Coppa del Mondo di marcia a Roma. Insomma, non proprio un rientro contro il ‘sistema’ e sicuramente non il primo nel mondo di un atleta ex dopato confesso. Come mai la WADA non è ancora riuscita ad incastrare Gatlin, che non vive su Marte?

Una materia per cui in ogni caso non si possono vendere certezze innocentiste o colpevoliste, ma dove è facile, per imputati sostenuti da personaggi con buoni agganci nei media, buttarla in caciara e far passare nella testa dell’opinione pubblica, della pancia del paese, che sì, in fondo, qualcosa di poco chiaro c’è stato e che Schwazer sia rimasto vittima di un complotto. Ma al momento non c’è alcuna evidenza, o anche solo probabilità, che sia andata così.

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