Auto all inclusive, meglio evitare il riscatto

25 Marzo 2019 di Furio Fedele

Auto ‘All inclusive’, ovvero ‘Tutto compreso’. Una formula di vendita che sta trovando il successo in molti settori commerciali: abbonamenti telefonici, vacanze, crociere, mutui, prestiti. Non ultimo il settore dell’auto. Da lavoro o uso privato non fa differenza. Con il corollario di termini diventati di uso comune, ma forse non compresi appieno: leasing, valore garantito, chilometro zero, finanziamento, noleggio a lungo termine… All inclusive: due paroline, più o meno magiche che raccolgono qualche insidia, oltre a vantaggi che vanno sempre attentamente valutati. Dopo aver sondato partite Iva e flotte aziendali, le case automobilistiche sono partite all’assalto di noi privati. Che, complice il balzello dell’Iva (e l’anno prossimo potrebbe essere peggio…), spesso e volentieri siamo penalizzati dal fatto di non poter avere vantaggi fiscali concreti da leasing, affitti, comodati d’uso. Inutile ragionare come un’azienda, se non siamo un’azienda.

CARTE – L’approccio all’acquisto (ma in realtà non si tratta di un vero e proprio acquisto) di un’autovettura deve essere sempre valutato attentamente, non solo dal punto di vista di eventuali benefici fiscali. Sicuramente quando ci si presenta in una concessionaria ufficiale (ma anche autosalonisti e broker sono sempre più agguerriti e incisivi) l’impatto è forte, poderoso. Anche chi potrebbe recitare Quattroruote a memoria può essere messo in soggezione. Perché ormai la parola d’ordine è una sola: il cliente, o presunto tale, non deve uscire da dove è entrato senza avere acquistato o almeno essersi in qualche modo impegnato. Ovviamente chi ci sta di fronte è sempre più preparato, visto che è il suo mestiere, oltre che persuasivo, e pretende di avere l’ultima parola. Ogni nostra obiezione trova subito una risposta, una soluzione, una formula vincente. Giustamente, perché a questo mondo ognuno fa i suoi interessi e tocca quindi a noi tutelare i nostri. Quando ci congediamo dalla concessionaria solitamente siamo appesantiti da un fardello di carte, regole, incentivi, numeri, lusinghe difficili da interpretare e valutare anche mente fredda.

PARTNER – Per questo motivo la meditazione su quanto ci è stato detto e ci è stato propinato deve essere fatta insieme ad un esperto. Non un guru dei motori, basta il classico amico patito di automobili. Discorso che vale in percentuale molto di più per le donne, nessuna si offenda, le quali a volte ricevono dai concessionari proposte indecenti, ma non in senso sessuale: certo può capitare che a volte la cliente sia un’analista finanziaria o un ingegnere meccanico, ma ancora oggi la donna ‘media’ è abbastanza lontana da certi dettagli dell’auto. La regola fondamentale è che è sempre meglio riverificare sconti e condizioni presso un’altra concessionaria della stessa marca. Ovviamente valutando il medesimo modello dove, eventualmente, la differenza possono farla allestimenti e optional. Incredibili le differenze fra concessionarie, anche geograficamente molto vicine, della stessa casa automobilistica: spesso dipendono dalla necessità di realizzare certi obbiettivi di vendita e accedere quindi a propria volta a una scontistica diversa. Ci sentiamo di sconsigliare i leasing, perché anche senza leasing l’offerta è comunque vasta e importante. I possessori di partita Iva e chi tratta flotte e numeri considerevoli sanno sempre il fatto loro, possono valutare l’impatto fiscale del leasing. Ma il privato, quello che non ‘scarica’, deve concentrarsi semplicemente sulle sue possibilità di spesa e sulla propria psicologia: meglio un’uscita mensile o togliersi tutto il pensiero subito?

INSIDIE – Noleggio lungo termine e finanziamento mantenendo il possesso dell’auto rappresentano le soluzioni attualmente più in voga. Ma bisogna fare molta attenzione agli «stampati» (spesso scritti in caratteri minuscoli dove si addensano clausole-capestro) che specificano situazioni talvolta non molto chiare. Quando si tratta di vendere chi ci sta di fronte è sempre molto persuasivo e accomodante. Quando si tratta di…ricomprare (la stessa auto a distanza di 3 anni) chissà come mai sorgono, in molti casi, i problemi più impensabili. Chi ha partita Iva o, comunque, le aziende che hanno bisogno di costi da scaricare sono meno sensibili a beghe e problemi che fanno parte del gioco. Ma chi deve affrontare la realtà di un’auto che, comunque, è pur sempre un costo deve assolutamente valutare pro e contro.

VALORE GARANTITO – La formula che prevede il «valore garantito» del mezzo quando viene riconsegnato dopo il periodo dell’utilizzo è soggetta a variabili che sono da considerare con grande attenzione. Lo stato generale dell’auto (carrozzeria, interni…) e il chilometraggio sono variabili che possono diventare penalizzanti per il malcapitato e distratto utente. Conviene accollarsi un mezzo che, comunque, non è mai effettivamente di nostra proprietà? E poi: in molte pubblicità si fa riferimento a un anticipo spesso importante. Si tratta dell’Iva che chi non ha partita Iva non può più recuperare. Meglio, a questo punto, un «chilometro zero» dove il prezzo di vendita è già stato alleggerito del fardello fiscale.

ALL INCLUSIVE – Ecco che si arriva al dunque. All inclusive a chi? Bollo, assicurazione, cambio gomme, tagliandi gratuiti: tutto ok con tanto di sorriso per nostro affabile anfitrione a 4 ruote! Sì, ma ad esempio che senso ha avere a disposizione un treno di gomme invernali quando ormai sono diffusissimi gli pneumatici che durano tutto l’anno? Attenzione: un antico adagio recita «passata la festa, gabbato lo santo». Il nostro referente post-vendita, a maggior ragione se non si tratta di una concessionaria ufficiale, chi è, dove è, quanto può essere affidabile? La macchina sostitutiva è a sorteggio oppure è un obbligo? Carta e penna, con una calcolatrice: bisogna fare bene i calcoli su tutto e per tutto. Il canone mensile che si paga è sempre quello ma deve rispettare clausole e postille. Quando si riconsegna l’auto bisogna fare attenzione che un graffio con diventi una…voragine e, comunque, è sempre meglio evitare la «recompra». Cioè il riscatto. A distanza di 3 anni cambia tutto: modelli, valutazioni, regolamentazioni, soprattutto limitazioni al traffico. Bisogna saper fare bene i conti, con calma… La fretta è sempre una pessima consigliera. Soprattutto la fretta altrui.

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