MasterChef Italia 7, il declino dopo Cracco

29 Dicembre 2017 di Indiscreto

La settima edizione di MasterChef Italia ha molto risentito dell’addio di Cracco, gli ascolti della trasmissione trasmessa da Sky parlano chiaro: l’anno scorso alla quarta puntata si era raggiunto il 5,20% di share (il record ovviamente in quella finale, con un notevole 7%) mentre quest’anno la terza e la quarta puntata, mandate in onda ieri sera, e da noi fedelmente seguite, hanno fatto il 3,7. Messi tutti gli asterischi del caso, primo fra tutti che la modalità di visione degli eventi di Sky (fra +1, On Demand, eccetera) è diversa da quella della triste fiction di Rai Uno, anch’essa finanziata da un abbonamento (sempre bene ricordarlo), è indubbio che la trasmissione abbia imboccato la parabola discendente e la colpa non è certo di Antonia Klugmann, che sembra anzi la presenza più vitale e severa in un contesto che in questa stagione punta nettamente più sul caso umano e sulle macchiette che sull’aspirante professionista, magari velleitario ma comunque ambizioso.

Buona parte dei venti usciti dalle selezioni è infatti al livello del cucinare per gli amici, prima di tutto come atteggiamento: si staccano dal gruppo, a prima vista, Alberto, micologo di Tortona e Francesco, studente di Ticengo (Cremona), forse anche il musicista José che pare avere idee non banali, mentre gli altri sembrano quasi tutti caratteristi scelti, giustamente visto che siamo in tivù, per l’ascolto. Dall’interprete giapponese Eri al ruspante trasportatore Fabrizio, dal quasi cartone animato Manuela alla supercasalinga Tiziana, dal pilota marpione Italo al macellaio siciliano Antonino. Il discorso sui concorrenti non è secondario, perché se in trasmissioni tipo X-Factor tutto è centrato sui giudici e le loro strategie, al punto che a nessuno realmente importa di chi canta, in MasterChef era stato raggiunto un buon equilibrio fra stelle con un ego ipertrofico (e di sicuro ha dato più Cracco alla cucina di Manuel Agnelli alla musica) e dilettanti desiderosi di raggiungere il loro livello.

Tengono vivo il ritmo di una trasmissione comunque iper-montata (imbarazzanti i tentativi di diretta del passato) e sceneggiata la citata Klugmann e le battute politicamente scorrette di Bastianich, mentre Cannavacciuolo e Barbieri sembrano patire il nuovo corso del genere pomeriggio di Canale 5. Non è detto che sia una strada sbagliata, perché è vero che la scorsa stagione fu quella dei record, ma nelle prime cinque all’inizio si era stati ben sotto al livello attuale. Insomma, il caso umano può piacere a chi non frequenta ristoranti stellati: non è strampalato ritenere che sia la maggioranza anche degli abbonati di Sky, il famoso target alto. Al momento l’unica cosa certa è che Cracco si è ritirato al momento giusto.

Share this article