2015, fuga da Fastweb

9 Dicembre 2015 di Indiscreto

Abbonarsi ai servizi di un operatore telefonico, fisso o mobile, è facilissimo. Spesso basta dire qualche ‘sì’, al telefono, a un contratto letto in maniera velocissima e spesso incomprensibile (critica alle aziende, non a chi sta al call center: vorremmo vedere voi/noi a fare telemarketing con clienti moldavi o albanesi), per ritrovarsi legati per la vita o giù di lì ai vari Tim o Vodafone. Oggi però parliamo di Fastweb, giusto perché siamo freschi di telefonata e ci ricordiamo con esattezza la conversazione. Secondo voi cosa serve per dare la disdetta a un contratto di telefonia fissa più Internet (70 euro al mese, una sassata con le alternative di adesso) di Fastweb? Una telefonata? Vogliamo esagerare: una visita a un negozio Fastweb con il contratto in mano? Ovviamente no. Questa la procedura, spiegataci con cortesia e precisione: 1) Raccomandata con ricevuta di ritorno alla Fastweb spa, C.P. 126, Cinisello Balsamo (Milano) elencando tutti i dati del vecchio contratto (la fotocopia non vale); 2) A un mese dalla ricezione della suddetta raccomandata saremo ricontattati da Fastweb (che aveva un nostro numero di telefono sbagliato e nessun indirizzo mail, per fortuna abbiamo controllato) che ci darà le istruzioni per restituire, a nostra cura (ma con spese postali a carico dell’azienda, pare) ed entro 45 giorni, un modem che dopo anni costerà meno della spedizione; 3) Dopo 16 anni di bollette strapagate (fin dai tempi della joint venture eBiscom-AEM, adesso Fastweb è degli svizzeri di Swisscom) ci arriverà un’ultima fattura in cui oltre ai vari canoni ci saranno addebitati 86 euro come spese di chiusura: così, in scioltezza e dopo due mesi e mezzo, alla faccia dei codici di migrazione e delle varie authority. Conclusione? Non c’è alcunché di illegale, ma un’attenzione al cliente di tipo ottocentesco che rende ridicole certe campagne pubblicitarie che vorrebbero far sognare (noi sogniamo un’Aeronautica Militare che non abbia bisogno di sponsorizzazioni: è troppo?). Con ricadute negative sul resto dell’economia, per la sfiducia che ingenerano in chi dovrebbe consumare e quindi in definitiva far girare la ruota, ma anche sull’educazione dei singoli: c’è ancora qualcuno che non chiude dopo un secondo una telefonata promozionale, di Fastweb o di altri?

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