Il tabù rotto da Sarri e Mancini

20 Gennaio 2016 di Indiscreto

Esiste qualcosa di più improbabile di Roberto Mancini paladino dei diritti degli omosessuali? Eppure l’ultimo Napoli-Inter sarà ricordato non per il risultato a sorpresa, viste le premesse, ma soltanto per il ‘frocio’ e ‘finocchio’ che nel finale di partita Maurizio Sarri ha urlato all’indirizzo dell’allenatore dell’Inter quando Mancini ha protestato con il quarto uomo per i cinque minuti di recupero concessi da Valeri. Concedeteci di saltare a piedi pari sia il temino progressista con la morale a Sarri ‘troglodita’ sia quello da uomini di calcio con la contromorale a Mancini ‘spia’: i problemi degli omosessuali nel calcio, soprattutto in quello minore, sono ben diversi dall’insulto di un allenatore di serie A etero ad un altro. Il vero tabù rotto da Sarri, per il quale peraltro questo linguaggio non è inedito, è l’avere insultato direttamente e in pubblico un collega, quando anche allenatori che fra loro si odiano (mentre invece Sarri e Mancini avevano un buon rapporto…) parlano per interposta persona o rivolgono le loro proteste, più o meno volgari, ad arbitro o quarto uomo. E se proprio si devono insultare, in modo anche più pesante rispetto a quanto accaduto al San Paolo, lo fanno in privato. Poi a caldo tutti diciamo cose di cui quasi subito ci pentiamo. Continua sul Guerin Sportivo.

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