La serie A sul divano Sky-Mediaset

27 Agosto 2015 di Stefano Olivari

Da quarant’anni leggiamo che la serie A è in crisi e che il pallone si sta sgonfiando, però evidentemente si sta sgonfiando in maniera molto lenta visto che la differenza di interesse fra il calcio e gli altri sport (nei quotidiani, non soltanto quelli sportivi, spregiativamente definiti ‘varie’) è molto più marcata rispetto agli anni Settanta, quando i pochi canali televisivi e una sorta di ideologia pedagogica imponevano la conoscenza dei personaggi principali di altre discipline. Di più: nel 2015 il calcio in Italia e non soltanto in Italia è la differenza fra la vita e la morte per le televisioni a pagamento, fintamente in concorrenza (se no Sky avrebbe stra-pubblicizzato la diretta di Bayer Leverkusen-Lazio sulla Zdf, suo canale 546, beffando la ‘concorrente’ Mediaset), è insomma quella che in cialtronese in manager definiscono killer application. Detto questo, i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive dovrebbero spaventare una lega seria, gestita da dirigenti a tempo pieno e non da persone messe lì per non toccare equilibri di potere quasi trentennali (cioè da quando Matarrese andò alla FIGC) e i magheggi della coppia Galliani-Lotito. La serie A 2014-15 ha avuto nei suoi stadi il 6,1% di spettatori in meno rispetto alla stagione precedente, confermando la tendenza negativa iniziata in maniera pesante alla fine dello scorso decennio: la media spettatori per partita è di poco sotto i 23.000, quasi la metà della Bundesliga, con un indice di riempimento degli impianti a prima vista imbarazzante (56%) ma in parte spiegabile con il loro sovradimensionamento. Continua sul Guerin Sportivo.

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