Le mazzate di Monica Seles

18 Luglio 2012 di Stefano Olivari

Dopo un po’ di anni che esistono, nelle Hall of Fame dei vari sport entrano cani e porci dando a troppe persone la patente di ‘grandi’ e facendo così perdere prospettiva storica. Nell’ultima tornata riguardante il tennis, a Newport (in coincidenza con il torneo ATP vinto da John Isner), fra gli altri (tipo Orantes) sono entrati due che sono stati campioni ma che, con tutto il rispetto, non è che si possano annoverare fra i grandi di tutti i tempi: Guga Kuerten e Jennifer Capriati. Premesso che a Newport è entrato di molto ma molto peggio, ricordiamo che il brasiliano ha vinto tre volte al Roland Garros ma negli altri tornei dello Slam mai è andato oltre i quarti di finale, mentre la Capriati ha anche lei al suo attivo tre Slam (due Australian Open e un Roland Garros) ma senza le vicissitudini personali avrebbe potuto fare molto di più. Insomma, due che nella Hall of Fame non stonano pur senza essere dei miti. La Capriati è però per noi solo un pretesto per ricordare una delle migliori giocatrici di ogni tempo, la Monica Seles di prima della coltellata. E che senza la coltellata sarebbe senz’altro considerata la numero uno, senza discussioni. Il 30 aprile 1993, quando Gunther Parche (fan di Steffi Graf, spodestata da numero uno del mondo proprio dalla serba) al torneo di Amburgo la ferì sconvolgendo una vita e cambiando la storia del tennis, la Seles aveva 19 anni e 6 mesi ed aveva vinto otto tornei dello Slam (sette degli ultimi nove, nel suo caso sette sugli ultimi otto disputati perché a Wimbledon 1991 era assente) dominando tutte le grandi dell’epoca in virtù di una velocità di crociera superiore e di un ‘monocolpo’ (in pratica sempre il diritto, visto che sulla sua sinistra cambiava impugnatura) che unito al suo ambidestrismo le permetteva di tirare con una forza spaventosa. Fa male ricordare come le sue ‘colleghe’ si fossero rifiutate, Graf in testa, di congelare il suo ranking (unica eccezione Gabriela Sabatini), preferiamo quindi ricordare prendendo spunto dalla hall of famer Capriati una partita che come velocità dà dei punti anche al tennis violentissimo di oggi. I cultori del luogo comune ‘Una volta c’era più tecnica, ma tiravano piano’ può dare un’occhiata al Seles-Capriati semifinale degli Us Open 1991, televistissima in Italia su Telepiù Due con i migliori Tommasi e Clerici della nostra vita.

 

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