Marco se ne è andato via

26 Novembre 2011 di Anna Laura

di Anna Laura
Tanto tuonò che piovve! Dalle dimissioni di Berlusconi al mito bocconiano del mercato, in una escalation di spread . Tutte le bugie della finanza che vengono a galla. Ma non è bastato agli italiani farsi fregare con l’adozione dell’euro? Aaah che tempi quei tempi…
Ricordano forse gli italiani quanto era il marco di allora? Il marco valeva allora circa 1000 lire. Domanda: se il marco valeva 1000 lire e ha cambiato alla pari cioè un marco uguale un euro,cioè 1000 lire, perchè noi abbiamo cambiato a 1936,27 lire per un euro? Ci sono voluti un paio di professori come Prodi e Ciampi e di un ragioniere come Amato per risolvere a nostro sfavore la proprietà transitiva dell’uguaglianza. E’ vero che le nostre scuole con questi professori… sapete no? Comunque siamo diventati più poveri, fra i vari motivi, anche perchè ci hanno dimezzato i soldi. Dissero che eravamo al sicuro come paese, che avevano accettato quel cambio per via del debito pubblico che avevamo e che era allora di un milione di miliardi delle vecchie lire, che avremmo potuto beneficiare dei tassi di interesse bassi per finanziare le nostre aziende, si sono bevuti tutte queste frottole . Chi? Gli italiani. è ovvio. Se avessero pensato e saputo leggere i dati avrebbero esitato, come minimo, ad entusiasmarsi per l’euro. Quali sono i vantaggi che abbiamo avuto dall’euro? La benzina ? La paghiamo più cara. Le materie prime ? Le paghiamo più care. I servizi? Più cari. Tariffe? Più care. Salari? Sono fra i più bassi d’Europa, le pensioni dei lavoratori anche. Che affare questo euro. Adesso anche indebitarci ci costa il doppio di quando avevamo la lira. Monti anche lui è un professore e anche lui ha studiato alle stesse scuole degli altri tre di prima, per cui mi aspetto che anche stavolta ci dimezzino gli averi. Adesso siamo dimezzati, come potere di acquisto e qualità di vita, rispetto a dieci anni fa. L’obbiettivo, neppure troppo ambizioso, potrebbe essere quello di ridurci a un quarto. Come prima, peggio di prima. Ma ancora una volta con gli applausi del pubblico pagante.

Anna Laura (26 novembre 2011)

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