Ventimila uomini da buttare

20 Aprile 2009 di Stefano Olivari

L’articoletto contro i cori razzisti viene meglio quando a farli sono solo gli ultras, con la maggioranza dello stadio connivente ma almeno silenziosa. E’ proprio questa maggioranza che si abbona a Sky, Mediaset Premium e Dahlia, che tiene a galla con buoni numeri tivù locali spazzatura, che prende gratis quel che rimane della stampa e che in definitiva legge quelle quattro cose inutili che tutti noi scriviamo ogni giorno. Però sabato sera i cori razzisti contro Balotelli erano non della maggioranza dell’Olimpico, ma di quasi tutto lo stadio: non è azzardato stimare in ventimila subumani (non vogliamo dire minorati, per rispetto verso la disabilità) i gridatori di ‘mangia le banane’ e cose peggiori che non riportiamo. Al di là delle polemiche (fare una finta a Tiago è vietato, secondo i commentatori tivù: è Sky a mantenere il calcio o è il calcio a mantenere in vita Sky?) e delle squalifiche, questa situazione apre uno scenario nuovo: se il razzismo è di un ampia maggioranza e le leggi in democrazia sono fatte dalla maggioranza, vuol dire che non c’è speranza. Le leggi attuali sono buone, pur con le differenti sanzioni nei confronti dei cori fra Italia e Uefa, ma non sono più rappresentative del sentire di chi tiene a galla il mondo del calcio. Cosa può fare Cobolli Gigli, cosa può fare la Juventus oltre a comportarsi bene (come secondo noi ha fatto) come società in questa situazione, prendendo le distanze, eccetera? Niente. La gente che va in uno stadio di calcio, in Italia (non generalizziamo solo perché non capiamo i cori dell’Olympiacos o del Groningen), è in maggioranza gente schifosa. Da buttare. Chi può cambi sport o faccia il tifo da casa: per fortuna sta già accadendo.

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