Tutta colpa dell’Allianz Arena

11 Marzo 2010 di Stefano Olivari

Si possono perdere partite di calcio per sfortuna, episodi, colpi di classe dei singoli, errori arbitrali. Ma anche perchè si è meno forti degli avversari: perdere 7 a 2 vorrà pur dire qualcosa. Di Manchester United-Milan si può quindi discutere all’infinito ma nemmeno il maggiordomo di Adriano Galliani, ammesso che esista (intendiamo al di fuori del giornalismo), potrebbe dargli ragione nell’indicare lo stadio di proprietà come causa primaria del disastro non ancora completato delle squadre italiane in Champions. Nei media poi siamo tutti soggetti alla voce del padrone, reale o occulto, ma qui non dobbiamo chiedere soldi ai famosi big spender.
In vista del 2016 il partito del cemento e delle varianti ai piani regolatori è già scatenato, dimenticando che quasi tutte le squadre con ambizioni da Champions sono stra-indebitate, anche quelle con stadi di proprietà come il Manchester United. Per fatturato stando ai bilanci pubblici del 2009 (quelli da cui sono nate le recenti campagne acquisti) prima del Milan ci sono solo nell’ordine Real Madrid, proprio i Red Devils, Barcellona, il Bayern Monaco, Chelsea, Arsenal e Liverpool. Ammesso che Ovrebo sia condizionato, è più probabile che fischi in base alle mappe catastali o ai mercati televisivi? E noi qui non siamo messi male…Non entriamo nel discorso debiti, che hanno varia natura: da quelli dello United dovuti al buy-out a quelli dell’Arsenal dovuti in gran parte allo stadio, passando per quelli più classici del Chelsea dove gli sbilanci da campagna acquisti hanno un peso enorme (e in ogni caso il principale creditore sarebbe Abramovich). Il Real, campione d’Europa proprio dei tarocchi immobiliari, possiede il Bernabeu ed ha strappato a Ferguson Cristiano Ronaldo (e Kakà a Galliani), ma non la qualificazione ai quarti al Lione. L’Old Trafford è del Manchester United, cosa che non ha trattenuto Cristiano Ronaldo al pari del ‘comunale’ San Siro con Kakà. Il Barcellona possiede il Nou Camp, il Bayern l’Allianz Arena, il Chelsea Stamford Bridge, l’Arsenal l’Emirates e il Liverpool Anfield Road. Stadi di proprietà uguale più fatturato è un discorso che ha senso, soprattutto nei paesi in cui il merchandising non è né taroccato né ufficioso (Galliani dovrebbe sapere che davanti al Meazza, in accordo con il Milan, vengono vendute magliette rossonere senza il marchio Adidas). Fatturato uguale successo sportivo è invece un’equazione più difficile da dimostrare, quando le differenze sono limitate ed il campione dei tuoi avversari è stato preso a diciotto anni (pagandolo tanto). Facile maramaldeggiare con il presente, visto che una fra Bordeaux ed Olimpiacos (non sono nelle prime trenta europee per ricavi) arriverà nei quarti, più difficile spiegare i tanti ingaggi milionari di giocatori finiti o vicini al capolinea. Dal 2007 il Milan campione d’Europa si è accollato infatti i contratti non di sconosciuti difficili da valutare, ma nell’ordine di Emerson, Beckham, Ronaldinho, lo Shevchenko bis, Mancini. Poi mancherà anche l’Allianz Arena, secondo qualcuno. Secondo altri in questo caso manca la possibilità di cacciare chi sbaglia.

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