Tokyo 2020, Dell’Aquila e Dell’Acqua

Pensierini olimpici del 24 luglio 2021 su taekwondo, RAI, Cassani, dressage, Caporale e tre contro tre

24 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Seguiamo tanti sport, alcuni con lo spirito dei maniaci, per questo diversamente da Salvini non ci vergogniamo di confessare di avere ignorato fino ad oggi l’attività agonistica di Vito Dell’Aquila, oro nel taekwondo 58 kg, e Luigi Samele, argento nella sciabola. Eppure esiste ancora chi pensa che cultura sportiva significhi dare a tutto lo stesso valore. Modalità antipatia on: il loro stipendio pubblico, rispettivamente da Carabinieri e Fiamme Gialle, è in proporzione meno giustificato di quello, privato, di Immobile. In mezzo alla retorica non dimentichiamoci che sono pagati da noi per allenarsi qualche ora al giorno in discipline che non importano a nessuno. Rispettiamo il loro sogno, ma semplicemente non è il nostro.

Detto questo, da tossici abbiamo seguito sulla Rai la finale di Dell’Aquila. Che per buona parte dell’incontro contro Jendoubi il telecronista ha chiamato ‘Dell’Acqua’, senza nemmeno riuscire a seguire bene il punteggio del match. Poi magari sono gli stessi che ci ammollano la sbobba sul ‘ragazzo di Mesagne’. Alla prossima medaglia basta cambiare il paese…

Davide Cassani è un commissario tecnico scarso? Dopo sette anni ce lo possiamo chiedere, su un sito in cui vengono messi in discussione Beethoven e Maradona, Van Gogh e Federer. Ha incrociato il peggior momento storico e organizzativo del ciclismo italiano, questo è certo, ma nelle prove in linea, cioè nel ciclismo che conta, le sue squadre non hanno quasi mai dato segni di vita. Cairo risolverà un problema all’Italia, almeno uno?

Come accade ogni quattro, in questo caso cinque, anni abbiamo seguito un minuto di dressage ed avuto la conferma che in un mondo giusto il dressage non dovrebbe esistere.

L’estate è per noi l’arrivo di Elisabetta Caporale. Al centesimo ‘Ringrazio il maresciallo e la federazione’ avrebbe però il diritto di sclerare.

Non abbiamo una cattivissima opinione del basket tre contro tre, anche se dopo avere guardato Italia-Mongolia dovremmo averla (oltre che su noi stessi). Semplicemente sta alla pallacanestro come il calcio a 5 sta al calcio, il rugby a 7 al rugby, il padel al tennis, la masturbazione al sesso. Surrogati veloci, brevi, frenetici, senz’altro divertenti, necessitanti di meno giocatori e spettatori. Roba per molto giovani, che non hanno visto niente, e molto vecchi, che pensano di avere visto tutto.

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