Tetto al contante a 10.000 euro

27 Ottobre 2022 di Indiscreto

Giorgia Meloni al Senato ha detto che il suo governo rivedrà il tetto al contante in Italia, cioè la quantità di soldi che si possono utilizzare fisicamente in una transazione. Attualmente il limite è di 2.000 euro, e per il primo gennaio era programmato un ritorno al tetto di 1.000 (che poi era quello del 2011, del decreto Salva Italia di Monti). Poco più dei soldi ritirabili ogni giorno al Bancomat dalla maggior parte di noi, insomma. Il nuovo limite secondo la proposta messa a punto da Bagnai potrebbe essere di 10.000 euro, non è quindi fantapolitica pensare che si concluda a metà strada, in zona 5.000. Ma al di là del tetto al contante, la domanda è una sola: contante uguale evasione?

Detto che nemmeno all’interno dell’Unione Europea esiste una vera linea (in Germania e Olanda il limite non esiste, in Francia e Spagna è di 1.000), la risposta della stessa UE è un no. E Dombrovskis lo ha spiegato chiaramente: fermo restando che in questa materia ogni stato è libero di darsi proprie regole, la ragione d’essere del tetto all’utilizzo del contante è la lotta al riciclaggio, alle varie mafie e al terrorismo, non quella all’evasione. Non a caso al parlamento europeo si sta discutendo di un tetto al contante uguale per tutti gli stati membri, con questo tetto fissato proprio a 10.000 euro.

Questa la teoria, nella pratica italiana invece secondo noi la tracciabilità della maggior parte dei pagamenti ha diminuito la micro-evasione, cioè quella dei commercianti. Facile pensare che anche un livello di imprenditoria basso il limite a 10.000 possa indurre in tentazione. Per l’evasione vera, cioè il cambio di sede fiscale ed in generale l’esterovestizione, nessuno invece ha proposte e nessuno scende in piazza. La nostra domanda, senza andare sui massimi sistemi ma da italiani ad italiani, è quindi chiara: l’utilizzo del contante favorisce l’evasione fiscale?

L'utilizzo del contante favorisce l'evasione fiscale?
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