Terrorismo da poster

26 Aprile 2011 di Andrea Ferrari

di Andrea Ferrari
La fiction su Carlos trasmessa da Sky è di grande qualità, nel panorama italiano era ovvio che risaltasse. Peccato solo per qualche omissione storica e per iniziative di marketing degne di una civiltà al tramonto…

Abbiamo guardato in modo quasi religioso l’attesa prima puntata della fiction su Carlos , coproduzione europea premiata persino ai Golden Globe. A giudicare dalla prima ora e quaranta, con una sola breve interruzione pubblicitaria (“E ci mancherebbe altro!” direbbe il non abbonato a Sky, purtroppo però non è così), il premio è strameritato: ricostruzioni eccelse (siamo ai livelli di Munich, tanto per restare in tema terrorismo), attori di ottimo valore, filmati televisivi dell’epoca inseriti impeccabilmente, personaggi dipinti in modo non troppo macchiettistico e circostanze raccontate senza distorcere la realtà (almeno la realtà accertata). Insomma una fiction che rapportata al livello di quelle italiane, ma anche dei nostri film, è parecchie spanne sopra.
Difetti? E’ Mancato totalmente il racconto del legame tra Carlos e i servizi segreti del blocco comunista
, non è un caso che la sua parabola discendente inizi col crollo del Muro di Berlino, così come non possono essere casuali gli innumerevoli soggiorni nelle capitali dell’est Europa in un’epoca dove turismo di massa e voli low-cost parevano fantascienza. Carina e allo stesso tempo sconcertante la mossa di marketing (Solo italiana? Speriamo di sì…) di lanciare la serie regalando buste con materiale promozionale sulla fiction in alcuni locali della “movida” milanese. Carina per il passaporto che in realtà è un blocco per appunti, sconcertante invece l’idea d’inserire il poster di colui che è stato uno dei peggiori terroristi di sempre con diverse decine di morti sulla coscienza, a cui vanno forse aggiunti quelli del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Chissà quanti cretini l’avranno appeso.
Andrea Ferrari
(in esclusiva per Indiscreto)

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