Tendenza dopodomani

15 Dicembre 2008 di Stefano Olivari

1. Scommessa sull’assemblea dell’AIC di oggi: Sergio Campana, da 40 anni al vertice, sarà rieletto presidente. Demetrio Albertini, vicepresidente FIGC, sarà a vita l’uomo dei calciatori in federazione sperando di avere un giorno la grande opportunità (si oppone uno dei suoi ex club, non stiamo parlando di Padova, Atletico Madrid, Lazio, Atalanta e Barcellona). Damiano Tommasi è il successore stradesignato da Campana per il domani (con tendenza dopodomani), mentre dal punto di vista culturale il vero avversario risulta essere Leo Grosso. Da 27 anni vicepresidente, Grosso è il vero candidato della base dei calciatori: con lui al vertice i club che costringono, tramite ultras e minacce varie, a firmare liberatorie false avrebbero vita breve. Per questo rimarrà vicepresidente.
2. Chi sognava un Lippi alla Jacquet, genere ‘one and done’, si deve tenere un Lippi alla Lippi. Al di là del dispiacere di vederlo fare il simpatico su tutti i canali (anche nel tremendo special su Bocelli orchestrato da Fabio Fazio), ultimamente si sta preoccupando più della buona stampa che di ricreare il mitico gruppo. E siccome la stampa che conta risiede in poche città, che al forum organizzato dal Corsport si dicesse possibilista sul ritorno di Totti in azzurro era una certezza. Il declino, ma non troppo, di Cannavaro, gli infortuni di Buffon e Gattuso, lo scartamento ridotto di Pirlo hanno reso più facile il compito al c.t. che fa battere i rigori meglio di Donadoni, Vicini, Maldini e Sacchi.
3. Dicembre 2009. A volte con il rombo, a volte no, ma ormai 4-4-2. Invenzioni di un Ibrahimovic scazzato, se no tanta fatica nonostante la rosa più forte della concorrenza. Adriano spedito in Brasile dopo qualche tentativo di recuperare l’irrecuperabile, tanto per fare contento il presidente. Sostituzioni quasi solo per le punte, con Burdisso a volte inserito davanti alla difesa quando si è in vantaggio. Antipatia cercata quasi per gioco. Inarrestabile in campionato, singhiozzante in Champions. Magari sotto Natale, quando non c’è proprio niente da scrivere, Moratti potrà spiegare ad uno dei suoi tanti megafoni cosa avesse di meno Mancini rispetto a Mourinho, al netto dell’avversione dei prezzolati dal picchiato.
4. Dopo una vita passata con gioia a prendere freddo, qualche fastidio per l’introduzione insinuante di Caressa allo Juve-Milan di ieri sera. Un pippone del tipo ‘Qui piove e c’è un clima bestiale, mentre voi grazie a SKY siete a casa vostra sul divano. Che bello, ringraziateci!’. In Bundesliga, non nella prima divisione di Mauritius, il girone di andata si è appena chiuso con una media di 40.880 spettatori a partita (la serie A attuale viaggia sui 25mila, ed è considerato un grande risultato) con la punta straordinaria del Borussia Dortmund (72934 a partita). Record assoluto, mentre quello negativo risale incredibilmente al 1972-73 (era il calcio di Beckenbauer e Netzer…) con 16.856 biglietti a partita. E quindi? Il freddo è uguale, la televisione l’hanno inventata anche in Germania, la crisi economica riguarda tutti. Forse, come si evince anche da altri indicatori (ascolti di partite trasmesse in chiaro, merchandising, sponsorizzazioni, vendite di quotidiani sportivi), il calcio interessa meno di qualche anno fa. Molto di meno. Non si spiegherebbe altrimenti perché i campioni d’Italia giochino in uno stadio mezzo vuoto.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
(prossimo Svegliarino domani, verso le due)
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