Strutturalmente disoneste

3 Dicembre 2008 di Stefano Olivari

Quasi tutte le leghe del mondo, di qualsiasi sport e fatta eccezione per i soliti esempi (NBA, NFL) o per il dilettantismo puro, sono strutturalmente disoneste. Non per corruzione di arbitri, doping finanziario ed ematico, condizionamenti di vario tipo: tutti elementi da tenere presente, ma che in paesi teoricamente onesti potrebbero anche non esistere. Il problema è che non c’è alcun merito nel vincere, o comunque nello stare ad alto livello, basando la propria forza in campo su quella finanziaria. Gli Wizards fanno firmare uno scellerato contratto da 111 milioni di dollari a Gilbert Arenas rotto? La pagheranno per i prossimi sei anni, perché oltre a dover dare i soldi ad Agent Zero non potranno utilizzare quella cifra per ingaggiare altri campioni se non sfruttando regole (tipo la luxury tax) che comportano oneri molto più grandi della pura spesa supplementare oltre il salary cap. Moratti paga 25 milioni (18 e rotti più Pelé) di euro Quaresma, che a quella cifra in Europa non aveva alcun mercato e che adesso Mourinho ha quasi accantonato? Se vuole ne può prendere altri 10 di Quaresma, rimettendo anche a posto il bilancio tramite aumenti di capitale, così come il Milan può reingaggiare non solo Shevchenko ma anche Pierino Prati ed avere lo stesso la possibilità di inseguire Aguero (è una idiozia, ma l’abbiamo scritta per essere trovati dai motori di ricerca): questo per dire che il mito dei ‘bilanci a posto’ da un punto di vista sportivo è un falso clamoroso. Jurgen Klinsmann si è detto entusiasta per le crisi a catena che stanno schiantando i club basati sul modello del ‘ricco che mette i soldi’, che lasceranno in piedi solo i club che traggono la propria ricchezza dall’attività caratteristica, e chi ama il calcio non può che essere d’accordo con l’allenatore del Bayern Monaco: club che viene citato spesso a sproposito come esempio di prepotenza (in patria), ma che in realtà è uno dei pochi esempi mondiali di azionariato popolare funzionante. La fusione fra Khimki e Saturn Ramenskoye, due club della regione di Mosca ugualmente alla canna del gas, è un’ulteriore buona notizia: guardando su Sky il campionato russo si rimane stupiti per gli stadi quasi totalmente vuoti, un po’ come accade per la nostra serie B o addirittura per le partite di cartello di A (il poco pubblico di Inter-Napoli non ha fatto riflettere nessuno). Come faranno ad andare avanti? Questa la domanda, oltre a quella sul costo dei diritti tivù. La risposta del presidente della Regione di Mosca, il famoso generale Boris Gromov (rimarrà nella storia per essere stato l’ultimo militare sovietico a lasciare l’Afghanistan), è stata semplice: fusione fra due club che rischiavano di scomparire. Casualmente lui è presidente di uno di loro, il Saturn, finora finanziato proprio dalla Regione: il ricco che ci mette i soldi può essere anche il settore pubblico, come insegna il nostro bello e sano sport di provincia. Poi qualcuno si chiede perchè la nazionali vadano conservate.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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