Stanze poco illuminate

26 Giugno 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dalla casa di Marcello Fiasconaro, in Sudafrica, ammesso che esista una camera degli ospiti, sono in viaggio con la mente tanto per far impazzire chi domanda sempre se davvero ero dove ho detto di essere, per ricordarsi una vita insieme, per non averlo visto a bordo campo quando l’Italia del rugby è andata farsi massaggiare un po’ dagli Springboks, per capire, almeno nella fantasia, cosa è successo durante la guerra anglo-boera, seguendo il filo di un bel romanzo scritto da Richard Mason, domandandosi cosa è la malvagità e quante volte siamo andati oltre, convinti che il nazismo fosse il peggio, sapendo che non esiste stagione della vita umana senza vergogna e violenza, ieri, oggi e domani, da Cartagine, ma sicuramente da molto prima di Albalonga, all’Iraq al Malawi.
Dicono che essere vecchi vuol dire anche avere stanze illuminate dentro la testa, e dentro le stanze, persone che fanno cose. Sarà per questo che non ci siamo accorti subito del nuovo sistema inaugurato da Livio Proli in via Caltanisetta, la sede liberty dell’Olimpia vestita finalmente, in tutto e per tutto da Giorgio Armani. L’accusa arriva proprio da questo sito. Era accurata, aveva un fondo di verità perché ci siamo chiesti pure noi come avevano fatto a richiamare indietro dagli Stati Uniti il Lino Lardo che piaceva all’amministratore delegato, ma non al manager, per liquidarlo in cinque minuti. La stessa cosa con Claudio Coldebella che non pensava davvero di poter essere mandato a spasso con la solita frase “se passi di qua vieni a trovarci”, sistema crudele per scaricare chi era stato nella società come giocatore e come assistente, con la voglia d’imparare, crescere, ma forse l’amicizia con Djordjevic ha bruciato il rapporto con Zanca che ha certo il diritto di proporre chi vuole, anche se in certe cose, dicono le stanze illuminate, bisogna evitare il trauma della separazione non consensuale e senza spiegazioni. Lardo se ne è già fatto una ragione, ma non può nascondere amarezza e trattamento. Succede, poi in America aveva forse finito di vedere quello che piaceva alla figlia, di sicuro cercherà di ricucire con Rieti dove non sarà facile mettere in piedi una squadra competitiva visto quello che costa, considerando che già l’anno scorso erano nozze con frutta secca. Per Coldebella l’augurio di trovare presto un lavoro, a meno che Dino Meneghin, coinvolto come ministro degli esteri, almeno lui è stato rispettato, ora che lo si vorrebbe anche impegnato per lo sviluppo del settore giovanile, non riesca a farlo rientrare nel gioco perché sarebbe ora che gli ex giocatori comprendessero che una vera storia professionale si può costruire anche partendo dall’insegnamento.
Tornando alle stanze illuminate ci siamo resi conto, passando un mezzo pomeriggio nel giardino Olimpia, avendo come interlocutore anche Virginio Bernardi, agente di Bucchi e di tanti altri allenatori, che davvero qualcosa era cambiato e non abbiamo neppure osato aprire la stanza che fu di Cesare Rubini, né ce la siamo presa se il Pedrazzi di turno giocava a farti passare per inguaribile nostalgico, negando persino di aver provato risentimento per le stesse persone che poi provava a difendere. Ci vorrebbe più luce, ma non importa.
Ci vorrebbe più illuminazione dove stanno cercando di costruire squadre che possano scontrarsi con Siena senza avere un saldo negativo nel confronto fra ogni giocatore. Siena contro Roma non ha fatto miracoli. Ha vinto perché era nettamente più forte e non aveva bisogno di essere gratificata dai commenti lecca lecca. Ora di quella squadra romana un solo giocatore era, probabilmente, all’altezza dello scontro, parliamo di Erasmo Lorbek, l’unico che avrebbe potuto creare veri problemi. Insomma era lui l’uomo da tenere, il ragazzo timido per cui una magistratura oberata da tanto lavoro, lo dicono tutti, ha deciso di tenere aperto il procedimento per frode sportiva contro il gruppo Treviso, anche se tutti sanno bene come si realizza una vera frode. Invece no. Scaricato Davidino Andersen che forse faceva un po’ il bullo australiano vipparolo e ha scelto Barcellona, Messina è andato a prendersi il talento che soltanto Scariolo e l’allenatore della Slovenia Pipan non hanno capito del tutto. In questo modo come battere i campioni che intanto sistemano la rocca, la difendono, la proteggono, la rivitalizzano con tanti progetti nuovi? Ce lo dicano loro e non pensino che Milano possa davvero farcela al primo colpo, un po’ per dare tempo e respiro al genietto Vitali, un po’ per capire se tutti hanno capito cosa vuol dire costruire una squadra che resti nel tempo.
Stanze illuminate per ridere di questa incredibile situazione creata dall’accordo fra Lega-Federazione-Coni che ha già fatto agitare i consiglieri, i vicepresidenti che erano nemici di Maifredi prima di questa legislatura, che avevano fatto una novena sulla neve fingendo di chiedere scusa, pur di tenersi cadreghino e mansioni, quelle non le mollano di sicuro, gli stessi che adesso dicono all’associazione giocatori di puntare i piedi perché è ora di far saltare il banco prima delle nuove elezioni dopo i Giochi di Pechino. Vedremo come andrà anche questa volta. Per vincere ci vogliono leoni, ma anche coglioni e poi tanti amici con il voto in bocca. Ora non vogliamo stare dalla parte di Gianluca Basile che si sorprende dello sciopero azzurro fatto proprio nell’unico momento in cui andrebbero in campo almeno undici ragazzi di formazione tecnica italiana, ma non veniteci a dire che hanno un senso logico, una dignità, le uscite di Recalcati, le repliche di Maifredi, il canto libero della GIBA, l’urlo di dolore dello stesso consigliere federale che volle l’onta del tribunale per Riccardo Sales, che aveva osato far firmare una carta di protesta alle azzurre prima di mandarli al diavolo, federazione e Lega guidata dal Pennestrì, non accettando la retrocessione come tecnico alle giovanili che pure lui aveva illuminato con anni splendidi di carriera e che hanno visto concludersi in casa Benetton la sua vita dedicata alla crescita di questo sport che amava davvero e che avrebbe dovuto lasciare con onore delle armi, cosa che gli ha negato persino Petrucci che doveva pur difendere il suo sarto all’Avana.
Lo sciopero, cari ragazzi di scuola italiana, dovete farlo in società. Perché? Perché loro hanno voluto questa regola ritoccata nella sostanza, perché loro pagano, perché è con loro che si tratta. La federazione vi ha tradito? Probabile, ma c’è un piccolo particolare che ancora la GIBA deve chiarire con l’utenza: quanto costa il giocatore italiano? Quanto costa mantenere una società di vertice? Quali sono le entrate? Chi porta il pubblico al Palazzo? Fateci sapere tutto questo, la lega pubblichi, come fanno nella NBA, i contratti depositati, così eviteremo frodi vere, non perseguite dai magistrati assetati delle lacrime per Lorbek, tipo quella di depositare un contratto da 25 mila euro dopo aver consegnato al giocatore una carta in cui si diceva che ne avrebbe presi 325 mila. Trasparenza e stanze illuminate prima delle pagelle viperine.
10 Alla FOSSA dei LEONI fortitudina per il braccio teso a salvare una squadra di pallamano, per aver messo in piazza una cosa che interessa tutti, ma che è anche il problema di fondo. Vedere cammello prima di pagare è giusto, ma se i soldi entrano soltanto al botteghino allora è logico che prima si voglia fare un patto con i tifosi chiedendo fino a che punto ci si poteva esporre. Savic il garante di Sacrati? Potrebbe bastare, anche se poi andare a prendere i ragazzi, italiano o stranieri, non sarà facile.
9 Alla bomba NAVARRO che ha capito bene la NBA e ha deciso di tornare dove lo considerano un divino giocatore, dove lo coccoleranno e non gli chiederanno di essere usato e gettato, almeno per un paio d’anni. Lo capiranno tutti?
8 Ai TIFOSI della MENS SANA per la meravigliosa icona di Shaun STONEROOK l’uomo chiave nella stagione Montepaschi, il giocatore che con Sato avrebbe meritato tutti i premi che si sono presi i compagni protetti da loro. Altro che Santo, quel Pi

ntoricchio sense lo vogliamo in Duomo.
7 Ad Andrea PECILE perché lasciare la Spagna per andare a Kazan senza neppure passare dalla casella di partenza italiana spiega tante cose che non sembrano capire i duellanti nel nome della scuola azzurra.
6 A Pace MANNION tornato nel Cantuki per un torneo di tre contro tre, tornato a trovare vecchi amici cosa che non sempre fanno i famosi giocatori italiani di scuola nostrana. Chiedere in giro quando ci sono premiazioni storiche. Vengono da ogni parte del mondo dove si trovano, gli stranieri, per gli italiani, invece, ci vuole l’aiutino.
5 Alla PREMIATA Montegranaro che ha rinunciato all’Uleb dopo aver dovuto cedere i suoi gioielli altrove, cominciando da Milano. Ora diteci voi quale altra squadra italiana ha valorizzato di più la scuola nazionale e diteci subito quale è stata subito depredata.
4 Alla nazionale USA per le Olimpiadi che si tiene in squadra il Carmelo Anthony sospeso da Denver perché condannato dopo essere stato fermato per ubriachezza. Loro vietano le Olimpiadi ai Garbajosa, vorrebbero farlo con i Ginobili, ma quando si tratta di ragazzi della casa allora occhietto chiuso.
3 Al colosso Sciaqquone O’NEAL non tanto per aver detto quasi la verità sul suo nemico Koby Bryant, ma per la forma volgare dell’insulto e siamo contenti che nell’Arizona un piccolo sceriffo gli abbia tolto la stella onoraria, un gesto che da noi non farebbero neppure davanti al tradimento più evidente di chi lavora e vive in Federazione.
2 Al povero BULLERI che ancora non si è reso conto che Milano ha deciso di non tenerlo e che la Virtus non ha intenzione di pagarlo così tanto. Ecco un caso emblematico da discutere in corte federale e altrove.
1 Al VICE federale di cui non ricordiamo mai il nome per non averci fatto capire a che punto è la sua indignazione, per non averci spiegato bene la differenza fra la rinuncia della professionista Masciadri e del professionista Bargnani, ma siamo sicuri che nelle prossime puntate sarà molto più chiaro.
0 Al ragazzo DATOME che annuncia fieramente la sua adesione allo sciopero per il raduno azzurro del 18 luglio non facendo certo la felicità del capitano e priore Minucci che più di ogni altro ha pilotato la vicenda per una pace lega federazione. Doveva starsene zitto così Recalcati avrebbe potuto nascondere la rinuncia, evitando sanzioni, evitando di dover spiegare quello che tutti hanno ben compreso il giorno in cui i giornali parlavano della difesa per gli ammutinati da parte del commissario tecnico, evitando di dover ritrattare anche se tutti adesso sanno a che punto è arrivata la sfida fra il capo degli allenatori nazionali e il settore federale che si occupa dei giovani.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

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