Sistema Dorfles

28 Marzo 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dai giardini di Sumirago per scoprire cosa spinge Ottavio Missoni, gloria della nostra atletica, artista della nostra moda, a camminare sul bordo della strada giocando con una pallina per tenersi in forma. E’ reduce dal terzo posto nei mondiali over, lui è del 1921. Getto del peso. Sceglie le gare dove può vincere. Gli piace vincere, gareggiare non basta. Spiarlo e applaudirlo senza chiedergli se gli mancano le partite a tennis con il suo amico Cesare Rubini. Troppo doloroso. Il principe manca a tutti, soprattutto manca a quelli che speravano davvero di vedere Milano tornare a splendere seguendo un genio come Armani, un grande unno come Danilo Gallinari, ma l’orizzonte è senza luce.
Ci hanno imbesuito con la storia degli americani fuori dalla fortezza di Bastiano Corbelli. Non si vedono, proprio come i tartari di Buzzati. Con questa storia del dollaro svalutato sull’euro si fa una grande confusione, ogni volta che la NBA batte le mani gli orsi di queste pianure si mettono a ballare, ma per fortuna ballano così male che il prossimo anno le squadre del superregno andranno a fare il precampionato a Parigi, Londra, Berlino e Barcellona, saltando l’Italia. Vi stupite? Cara e santa ingenuità della gente che ancora crede, ad esempio, che il Corbelli venderà, mentre tutti capiscono che se avesse voluto farlo ci avrebbe messo una settimana a mettere ogni cosa nelle mani del gruppo Armani che non è proprio intenzionato a gestire anche una squadra sportiva, ma vedendo il gioco si era dimostrato pronto al sacrificio fino a quando ha scoperto il nuovo contratto di Danilo Gengis Gallinari: senza vincoli per andare nella NBA, con una buona cifra di uscita per andare in altre squadre europee. Ora studiando come si muovono le grandi d’Europa, sentendo il canto di Ettore Messina in uscita da Mosca, appare chiaro che Vittorio, il padre del principe, ex giocatore, anche di Messina, ha compreso bene cosa serve ad un talento in costruzione: serve la scuola severa di chi non ti permette di fare tutto di testa tua, di chi non ha bisogno di sfruttarti per vincere perché lo ha già fatto, perché sa che gli servi più completo per spostare davvero certi valori. Se Milano non vuole lucrare sul Gallo allora faccia sapere che ha già venduto senza toccare una pedina della squadra che adesso punta al quinto posto, perché se non è così, se, come dicono tanti, il Gallo entrerà nelle scelte, salvo poi decidere a giugno, allora possiamo comprendere cosa ferma i compratori, cosa tiene lontano chi vorrebbe lasciare al Corbelli soltanto ricordi napoletani.
Vedremo, ma intanto eccoci in piena guerra politica con il commissario tecnico della Nazionale che visto il porcellum dei nuovi accordi ha dichiarato di aver perso la pazienza, fingendo, con questo, di sentirsi ancora a cavallo, con fiducia totale, mentre sappiamo benissimo che nelle nuove regole sugli italiani di formazione hanno fatto un tale pasticcio che ora vedi ballare sul fiume quelli bravi a fare le squadre con sei americani, quelli che non vanno più a cercare in profondità, quelli che non sanno come fare davanti ad un ragazzo di due metri e dieci, trovato per caso all’uscita di una scuola, un ragazzo di sedici, diciassette anni, che prima ha voluto provare con l’atletica o il nuoto, perché a quella età, se pure si è invaghito del basket, non sarà un ragazzo di formazione italiana come magari i ragazzini trovati in Sudamerica, all’Est, per cui sarà difficile trovargli un posto come comunitario o roba del genere. Siamo davanti all’esaltazione per il campionato nazionale under 19, meglio di niente, si capisce, un obbligo anche economico che costringerà le società a fingere il meno possibile e a non fare scelte comiche come quella di mandare in panchina con tanto di sciarpa l’italiano influenzato, l’assistente tesserato anche come giocatore, ma ad essere seri sappiamo che in molti paesi i dicianovvenni sono già pronti per i grandi campionati, per il salto definitivo, mentre qui da noi che è cresciuto anche bene deve andarsene in prestito, senza sapere se tornerà mai indietro.
Miele sulle nuove regole e non dite che si borbotta sempre, tanto per criticare chi almeno pensa qualcosa. Bella scusa. La verità è che in certi pensatoi girano i nostri ser biss togati, si litiga su quasi tutto e si ha proprio l’impressione che nessuno pensi al bene comune, facendo progetti che vadano bene valutando quello che serve al movimento, un basket che scopre di avere più tesserati a Torino, dove la serie A manca da anni, che in città servite bene dalla gloria e dal tempo. Torino che cerca un passaporto per la massima serie aspettando risposte da chi non ce la fa più e questa storia del comune di Cantù che non darà più una lira alla Pallacanestro dei Corrado fa pensare male così come fa riflettere l’idea del proprietario di Scafati interessato ad Avellino dove, diciamoci la verità, non sono andati poi così male. Per chiudere il pensiero Dorfles, magnifico ultranovantenne, artista, pensatore, genio, diretto ai ragazzi dello “Slurp Team” di SKY: ”Bisogna odiare il rumore, ribellarsi all’ascolto disattento, sentendo e non ascoltando, guardando e non vedendo, non distinguendo né musica, né parole, né immagini. Tutto serve come riempitivo e diventa uno dei tanti rumori di fondo della vita quotidiana”. Avanti con il pagellone ciambellato.
10 A Marco CALAMAI, allenatore geniale che ha lasciato il basket paludato per dedicarsi ai disabili, per uno sguardo verso l’alto con l’apertura di un altro centro a Firenze dopo quelli in Emilia e Romagna. Lui è andato oltre i limiti, in molti vorrebbero seguirlo, in molti dovrebbero aiutarlo. Basta scrivergli.
9 A Carlo RECALCATI che magari ci sbalordisce chiamando ancora Garri e Spinelli, ma che non si lascia prendere in giro da chi pensa di poter fare riforme senza ascoltare il settore tecnico, un centro fondamentale per qualunque federazione sportiva.
8 A Carlton MYERS perché i suoi record aumentano, perché nel nome suo si fermano le partite quando arriva ad 11000 punti, è successo anche in Italia cara gente, perché adesso che è alla 600esima in serie A dovremo andare a cercare la sua storia dal primo giorno per scoprire che forse avrebbe potuto essere più grande se intorno avesse avuto gente vera e non soltanto cortigiani o autisti.
7 A CIAMILLO e CASTORIA i fotografi dell’anima in questo basket che molte volte non si accorge della fatica vera, della gente vera, e va dietro a qualche frillo. I fotografi della pallacanestro, cominciando dal Campeggi, non hanno mai rubato l’anima ai giocatori come pensavano certi indiani, ma l’hanno fatta venir fuori.
6 A Rick PITINO che sopravvive nel torneo NCAA dopo aver eliminato i favoriti di Tennessee perché in lui, passato dall’università all’inferno NBA e tornato al college, vediamo tanti nostri allenatori che ancora non hanno capito cosa vogliono davvero, ma cercandolo si perdono, mentre c’è tanto da fare e da insegnare, anche lontano dai corsi di aggiornamento.
5 All’Università di Siena, campione della Metro Conference, perché dopo la vittoria su Vanderbilt eravamo già pronti a legare la storia di questo college con quella della Mens Sana, ma poi ha ceduto contro Villanova mancando le dolcezza delle finali NCAA che sono davvero delizia di Marzo, soprattutto se senti certe voci e quella di Bonamico ci garba sempre di più.
4 Alla NBA che turba il sonno di tanti poveri campesinos italiani in attesa di scoprire cosa succederà a Gallinari, all’Olimpia Milano, mentre là dove si può è già stato deciso che per quest’anno l’Italia del basket esotico dovrà accontentarsi solo degli Harlem, perché saranno altre le città gratificate, si fa per dire, dal precampionato degli ascari di Stern.
3 Alla GAZZETTA degli orgasmi che preferisce l’America ai nostri ragazzi d’altura, che non ha quasi mai spazio e che, soprattutto, da oggi ci farà piangere e sospirare con il formato tabloid, che sarà anche un cammino verso la giovinezza ed il futuro, ma, ad occhio, ridurrà ancor di più lo spazi

o e la casa per gli sport “ minori”.
2 All’OSSERVATORIO che ha deciso di vietare ai tifosi di Cantù la trasferta di Varese togliendoci l’illusione che il basket sarebbe stato il primo a capire certi messaggi e a non ricadere in certi peccati.
1 A Marco BELINELLI che ha giocato finalmente 4 minuti e ha segnato 5 punti nella vittoria sui derelitti di Portland perché questo nasconderà il ritorno di Bargnani sulla panchina di Toronto fra gli osanna della stampa canadese.
0 Al presidente federale MAIFREDI, al presidente di Lega CORRADO se non smentiranno subito il loro caro Recalcati che ha dichiarato ufficialmente di essersi sentito ignorato da chi doveva discutere sulle nuove regole di tesseramento, che ha denunciato la perdita della santa pazienza e che si è dichiarato certo di trovare ben presto nei vivai soltanto ragazzini stranieri facilmente passaportabili.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

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