Sedie e teste vuote

28 Gennaio 2013 di Oscar Eleni

Oscar Eleni sotto la neve per arrivare fino al Comune di Milano, entrare nella sala Alessi fra allegorie mitologiche cinquecentesche, ascoltando il respiro delle muse, guardando le facce dei dirigenti e dei rappresentanti, pochini. Siena giocava alla sera, ma un suo uomo immagine lo poteva pur mandare visto che Brindisi,  avversaria alla stessa ora contro di lei, ha fatto arrivare in città il presidente. Contando le otto finaliste di coppa Italia, cercando di capire in quale stagione della loro vita in questo 2012-2013 affronteranno la prima sfida della verità dal 7 al 10 febbraio sotto il tetto del Forum di Assago. Che non avrà, fortunatamente, curve proibite, nella speranza che queste partite siano l’aurora della nuova pallacanestro sotto il regno di Petrucci secondo, e non la notte del movimento come ci è venuto il sospetto guardando troppe sedie vuote in quella sala prestigiosa.

Impegni precedenti, più importanti. Sarà anche tutto vero. Ma se alle parole dovessero seguire i fatti allora il Petrucci lo volevamo al tavolo grande dove non c’era, ovviamente (perché ovviamente? Boh), il sindaco Pisapia, sostituito per ironia della carica, dall’assessore Granelli che si occupa di sicurezza, oltre che di volontariato. Non c’era neppure Pierluigi Marzorati, gloria vera del nostro basket, appena rieletto come presidente del comitato regionale Coni. Assenze che si sentivano, ma il sistema è questo. La Lega lasciata sola a ringraziare. A proposito di sicurezza, l’ultimo turno di campionato ha fatto pagare 1.000 euro di multa proprio a Cantù, oltre che a Reggio Emilia per offese e addirittura 2.000 all’Armani in una sfida arrugginita con quello che resta della Virtus, partita mai in discussione salvo che nei primi 10 minuti quando ancora non vagavano per il campo i tre americani della Saie che per qualcuno sono proprio scarsi, eppure all’inizio hanno dato vittorie ed illusioni, per altri sono il nervo scoperto di una situazione societaria che ha difficoltà a reperire risorse anche se alle partite in casa vanno sempre oltre settemila spettatori.

La coppa Italia come esame a metà stagione per capire se esistono davvero avversarie per questa Milano che ha rifatto il trucco, richiamato due giocatori scartati alla fine dell’ultima stagione, trovato in Marques Green l’uomo della lampada per  far andare d’accordo tutti sul campo. Fuori è un’altra storia. Emporio Armani da battere. Ci proverà prima Varese e poi la vincente di Cantù-Roma, appena uscite da un confronto diretto al Pianella che ha ingigantito i progressi della squadra di Calvani e fatto venire tanti dubbi al Custer Trinchieri, che ieri ha mestamente salutato Manuchar Markoishvili, il suo Houdini rapito dai turchi del Galatasaray con una cifra di svincolo oltre i 500 mila euro, già molto preoccupato per la caduta della settimana prima sul campo della Reyer rientrata troppo tardi nelle 8 migliori della classifica per poter essere  al Forum, di sicuro l’avversaria che tutti vorranno schivare a primavera quando ci saranno i play off scudetto.

Se Milano passa i primi due turni dovrà poi aspettare di sapere chi, fra Siena e Sassari, senza offesa per Brindisi che affronterà i sardi e Reggio Emilia che  si batterà con i detentori del trofeo,  si metterà di traverso per ridare a Milano una coppa che manca, come lo scudetto, dal famoso anno d’oro Stefanel del 1996, Tanjevic in panchina, Scariolo l’avversario battuto in campionato e Verona Mash Jeans  sconfitta nella coppa giocata a Milano il 22 e 23 marzo dove gli ostacoli erano stati Varese nei quarti, come stavolta, poi la Virtus Buckler in semifinale, mentre dall’altra parte del tabellone era stata la Scavolini a dare via libera ai veronesi. Il ricorso storico fa pensare che sia davvero l’anno di Milano. Lo era all’inizio, poi sembrava  che tutto andasse in rovina, ma ora, come dice don Sergio ecco l’ora della resa dei conti. Con tutti, ma non contro tutti come pensano loro. Anche se la cosa può diventare utile per stimolare chi dovrebbe avere fame, come dice Basile che rispetto ai compagni qualcosa in bachea può accarezzare.

Una favorita assoluta e almeno  quattro sfidanti agguerrite, ma tutto ruoterà intorno all’ufficio collocamento che si è  messo in moto per trovare un posto a Stefano Mancinelli, il capitano della Nazionale che, non accettando quella che lui considerava una “proposta iniqua” dell’Emporio, è rimasto fra i disoccupati italiani più illustri , che certo non ha detto tutta la verità, la società  neppure gli ha risposto, quando, nel mega spazio del negozio di articoli sportivi che ha aperto con l’ex calciatore Materazzi, ha ripetuto che non era  soltanto una questione di soldi questo suo vagare fra il campetto con Breveglieri e gli incontri con chi gli offriva un posto: prima la Virtus, poi Pesaro, adesso Sassari e, magari anche Cantù la più destabilizzata dal saccheggio dei turchi. Lui sperava in offerte dall’estero, magari proprio di Pianigiani che adesso allena il Fenerbahce di Istanbul, ma forse non sono arrivate anche se Malaga e Repesa lo avrebbero magari preso.

Aspettando questa variante Mancinelli occhio al campionato dove sembra che nella lotta retrocessione la più inguaiata sia ora Biella, perché Avellino, pur battuta in casa da Varese, sembra aver trovato in Lakovic un capo giocatore importante, perché Pesaro con il doppio successo sui piemontesi ha messo una bella ipoteca fra il fiume infernale che porta nel mare dei prossimi tornei di serie B. Li chiameranno Golden e Silver, ma tutti sanno che è un cantiere del semiprofessionismo da dove si rischia di non tornare più fuori. Biella voleva Giachetti e il pisano, dopo tanta panchina, ha fatto vedere contro la povera Virtus che non è proprio da rottamare. Certo se anche Biella dovesse trovare l’uomo della scossa in campo e fuori allora fino a quota 12, cioè Bologna e Cremona, oltre a Montegranaro, ci sarà ancora da soffrire.

A proposito del torneo di A2, che nel tempo ha dimostrato di poter dare giocatori e  società alla massima serie, non ci si può  battere per salvarlo se chi  vi gioca fa come Trieste che congeda gli americani o Jesi che liquida l’allenatore e non lo sostituisce perché tanto non ci sarà retrocessione. Per la verità salvo l’unica ammessa dalla A1 per le altre sarà comunque retrocessione.

In testa regge Varese che sembra aver ritrovato i grandi infortunati, con il vantaggio di avere avuto prove importanti dai sostituti in una stagione magica dove hanno dimostrato che non sono i soldi, ma i progetti, la forza di portarli avanti e difenderli, a far diventare carrozze da gran premio quelle che sembravano soltanto zucche. Certo la coppa Italia potrebbe essere come la mezzanotte per Cenerentola, ma per adesso eccoli lassù a guardare il resto del mondo a spicchi dove fa impressione la facilità di Sassari nel raggiungere i 100 punti: a Milano, oltre al presidente Sardara è venuto anche Travis Diener, l’uomo che Petrucci vorrebbe poter regalare a Pianigiani come italiano per l’europeo in Slovenia. Ecco perché sarebbe stato interessante vedere il presidente federale nel crepuscolo della sala Alessi.

Il giorno dopo la coppa Italia a Quattro Castella, terra benedetta per vino, cibo e passione che ha portato a storici atti di sottomissione alla prima femminista pugnace di Canossa, il trentennale premio Reverberi verrà assegnato alla famiglia Gentile, Nando il capostipite pieno di gloria, Alessandro che dovrebbe  tornare a giocare con Milano proprio in Coppa, e Stefano che sta facendo diventare straordinaria la stagione della Caserta di Pino Sacripanti uomo da Mission, uno che per la fede, trascina controcorrente una barca fra i piranhas. Importante anche il premio speciale alla Stella Azzurrfa e quello per Bruno Bogarelli che per il basket si è battuto in tante maniere, sia da ricco, che da imprenditore in battaglia con conti che non quadrano mai. Per Vitucci, Datome, e Consolini riconoscimenti strameritati.

Le pagelle quando la neve ha lasciato il posto al gelo.

10 A Luca BOTTURA, giornalista che il basket ha prestato al grande spettacolo, il battutista più illuminato del pianeta, e Geppy CUCCIARI, cestista che sul palcoscenico è splendore e arguzia, per un matrimonio  dove ci si dimentica che l’amore che avevamo non conosce più il nostro nome.

9 Ai BROOKLYN NETS se aderiranno all’invito di Biserka Petrovic e del Cibona Zagabria per la partita commemorativa a vent’anni dalla morte di Drazen il Mozart dei canestri come lo chiamava il Campana che in questi giorni è scatenato sul disastro  nel Monte dei Paschi come rilancia il sito di Albanese.

8 Al NAVARRO arrivato a 3000 punti in eurolega. Peccato che il suo infortunio adesso metta in discussione la stagione del Barcellona che, però, sembra avere risorse in cascina per essere ancora protagonista nella finale di Londra dove Real e CSKA sembrano sicure, ma dove sarebbe davvero importante se potesse arrivare questa Siena sfiancata da troppe fatiche fisiche e mentali.

7 Al MAZZON e alla sua Reyer in striscia positiva, 6 su 7, per il recupero di una squadra che se fosse stata in salute sarebbe pronta per il colpo della strega contro molte delle rivali che la precedono visto che le ha già battute.

6 Al DATOME  splendido e splendente dell’annata Roma che ha parlato chiaro al suo presidente dopo il grande gesto dell’estate (lui sì e Mancio no?), quando rimase a meno soldi perché gli credeva: se il progetto del futuro è serio non accetterò nessuna offerta, anche se arriva da Milano. Su questo giocatore ci siamo sbagliati in tanti, ma Siena è la prima a doverlo rimpiangere perché era suo ed era cresciuto in casa.

5 A Dan PETERSON se bigia  altre telecronache per andare a fare lezioni in giro per l’Italia. Bogarelli pensaci tu.

4 Agli appassionati organizzatori RCS della coppa Italia: gli orari delle seconda partita nella prime due giornate sono trappole che i giornali non accettano. Persino in casa loro l’ora di chiusura difficilmente sforerà le 22.10. Un disastro.

3 A PETRUCCI, neo presidente federale, e MARZORATI numero uno del Coni in Lombardia, per aver disertato la presentazione della coppa Italia. Da loro non ce lo aspettavamo perché questo è il momento per far credere che il movimento si stia ricompattando.

2  Alla FIERA DELLA SPOSA che ogni anno ti fa credere che il Forum sarà pieno, per Milano-Bologna, una classica, poteva starci il pienone e non una partita con il  secondo anello chiuso, e invece la folla ai parcheggi era soltanto per vedere abiti bianchi e confetti rosa.

1 Agli AMERICANI Virtus che dovrebbero denunciare e non scioperare, per rispetto ai giovani compagni che vanno in battaglia, a Poeta, Gigli e Rocca che si battono sempre al massimo. Caro Sabatini, non è  più tempo per mezze misure. Mancano aiuti esterni, la crisi è forte, allora facciamo scoppiare il bubbone e vediamo se è vero che molti sarebbero pronti a subentrare se  lui facesse un passo indietro.

0 Al GALATASARAY, grande società di Istanbul che ci fa apparire davvero poveri in canna se può venire a prendersi lo Sneijder del triplete dall’Inter e il Markoishvili da Cantù dove, onestamente, visto che un nuovo palazzo non arriva e le spese sono sempre tante, non potevano resistere all’offerta.

Oscar Eleni, lunedì 28 gennaio 2013

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