Qualcosa si è Rotterdam

5 Febbraio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Derby malinconico quello di Rotterdam disputatosi ieri sera al De Kuip. Non che nell’ultimo ventennio la stracittadina tra Feyenoord e Sparta Rotterdam abbia brillato per imprevedibilità, ma il clima pre-partita di quest’ultima edizione sfiorava lo sconforto. Più per colpa del Feyenoord che dei suoi cugini, il cui unico obiettivo è la salvezza: finora le cose stanno andando decentemente grazie al paziente lavoro di Foeke Booy, ottimo anni fa con l’Utrecht “ammazza-grandi”, alle prese con una rosa dove certamente non abbonda la qualità. Tanti giovani (il centrocampista classe 1990 Kevin Strootman, uno degli otto prodotti del vivaio attualmente in squadra, appare il più promettente), un tridente d’attacco che cerca di pungere miscelando potenza (Poepon) e velocità (Godee, John), un centrale esperto (Knol). Se all’Het Kasteel scegliessero con maggiore oculatezza i giocatori da ricevere in prestito (male finora il terzino sinistro dell’Ajax Donovan Slijngard, disastroso il portiere brasiliano scuola Gremio Cassio Ramos arrivato a gennaio dal Psv Eindhoven) si potrebbero forse porre basi più solide per campionati maggiormente tranquilli. Ma lo Sparta Rotterdam, lo ripetiamo, è squadra dignitosa e per nulla in disarmo.
2. Il Feyenoord per contro è alla prese con una crisi tecnico-dirigenziale tra le più devastanti della sua storia. Con Gertjan Verbeek la media punti della squadra è stata la seconda più bassa, dopo quella a inizio anni Novanta realizzata da un altro Verbeek, Pim, da quando è nata la Eredivisie, e i Rotterdammers hanno già battuto il proprio primato riguardante il maggior numero di sconfitte incassate in una sola stagione (17, dato che include anche Coppa e Supercoppa d’Olanda nonché la Coppa Uefa). A fine gennaio è stato esonerato Verbeek (al suo posto il traghettare Leon Vlemmings), ennesimo allenatore coventrizzato da un ambiente polveriera che nelle ultime stagioni ha bruciato altri emergenti quali Ruud Gullit (all’epoca lo era) ed Erwin Koeman, nonché il cavallo di ritorno Van Marwijck. Il Feyenoord si trova in una situazione finanziaria precaria e l’economista Gudde, messo a libro paga dalla società per studiare un piano di rilancio, ha parlato di “possibile inversione di tendenza del trend negativo solamente con la costruzione di un nuovo stadio”. Che però non sarà pronto prima del 2013-2014.
3. In campo il Feyenoord è una squadra slegata e sconclusionata, i cui unici segni di vita arrivano dalle giocate dei singoli. Nel corso del derby, vinto per la cronaca 1-0, ricordiamo una sola bella giocata collettiva in novanta minuti, una triangolazione El AhmadiBiseswar-El Ahmadi con conclusione del centrocampista marocchino finita sul palo. Per il resto spunti individuali, alcuni anche pregevoli come il gol-partita di Diego Biseswar, miglior giocatore stagionale del Feyenoord, realizzato con un morbido lob. La fortuna della squadra è quella di avere un settore giovanile florido che permette di far fronte alla messe di infortuni che prosegue incessante da inizio stagione; giovani di talento, dal già citato Biseswar a Leroy Fer, da Georginio Wijnaldum a Norichio Nieveld, da Michal Janota a Kevin Wattamaleo e a tutti gli altri under-20 (8 in totale) fatti esordire in prima squadra nel corso del campionato. Se da un lato il deficit di esperienza è pressoché totale (rimangono Timmer, Hofland, Van Bronckhorst, i declinanti Makaay e Mols e lo sfortunato Tomasson, nessuno dei quali comunque in possesso delle stimmate da leader carismatico), dall’altro questo battesimo di fuoco risulta di duplice utilità: per i giovani virgulti dal punto di vista formativo, per le casse del club da quello economico, dal momento che nel giro di un paio di anni c’è la possibilità di monetizzare un altro Van Persie o un altro Drenthe. Tornando al presente, meglio guardarsi alle spalle e auspicare un finale di campionato indolore senza perdersi troppo in sogni qualificazione Uefa. Piuttosto che subire umiliazioni da Kalmar, Nancy, Cska Mosca, Deportivo La Coruna e Lech Poznan come accaduto quest’anno, meglio starsene a casa.
4. La Rotterdam calcistica è popolata da scarafaggi, puttane e tossici. Sono infatti questi i simpatici nomignoli con i quali le tifoserie avversarie chiamano rispettivamente i supporters di Feyenoord (kakkerlakken), Excelsior (hoeren, perché per anni sono stati la squadra satellite del Feyenoord prima dell’interruzione ufficiale del rapporto di partnership annunciata l’estate scorsa) e Sparta (junks, riferimento poco carino alle condizioni degradate del quartiere occidentale di Spangen, per anni pieno di tossicodipendenti). Ma il derby cittadino ha saputo raccontare anche belle storie. Una delle migliori è sicuramente ambientata tra il 1931 e il 1938, quando a cadenza annuale si disputò la partita della trasfusione di sangue (bloedtransfusiewedstrijd). Tutto nacque dall’amicizia tra il presidente dello Sparta Jan Wolff e l’allora direttore dell’ospedale Sint Franciscus Gasthuis di Rotterdam Nord, i quali concordarono l’organizzazione di un incontro amichevole di beneficenza per aiutare la Croce Rossa a raccogliere fondi per le trasfusioni di sangue. Tra i vari club che si dichiararono disponibili per la partita lo Sparta Rotterdam scelse proprio il suo peggior nemico, il Feyenoord. Quando i tempi sono cupi non c’è rivalità che tenga.
Alec Cordolcini
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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