Più di una baracconata

22 Dicembre 2008 di Stefano Olivari

L’unica certezza dell’operazione Beckham era la vittoria contro l’Udinese in versione Washington Generals, un classico che non passa mai di moda delle grandi presentazioni milaniste al di là del gelo con cui i tifosi veri hanno accolto la camminata da red carpet di uno che paradossalmente è il giocatore più vero (nel senso di giocatore che voglia raggiungere traguardi, poi le punizioni le tira bene anche Magrin adesso a 49 anni) fra le tante figurine presentate dalla ditta Galliani-Bronzetti. Per il resto le cose non sono così scontate come sembrano: cioè due mesi nella beauty farm di Milanello e poi il ritorno ad L.A. Il fatto che stia pensando ad una sistemazione milanese per il 2009-2010, portandosi avanti con la definizione di dettagli pratici, significa che il Mondiale vale più dei tre anni residui con i Galaxy (in euro circa 25 milioni lordi all’anno) e che lui per primo si ritenga ancora un calciatore vero. L’ha dimostrato anche nei Galaxy, sia nel 2007 prima di infortunarsi nella finale di Superliga (una torneo misto fra MLS e Primera Division messicana) che quest’anno dove si è comunque distinto nel disastro di una squadra che avrebbe dovuto essere protagonista. Ruud Gullit e Alex Lalas, allenatore e presidente, sono stati accompagnati alla porta in agosto e sulla panchina è stato messo il mito Bruce Arena più per trattenere l’altra stella Landon Donovan che per Beckham: comunque anche Donovan è venuto a svernare in Europa, due mesi al Bayern Monaco e poi si vedrà. Tornando a Beckham e sorvolando su quanti tubini Dolce & Gabbana hanno venduto o regalato alla moglie (da staccare e non conservare gli articoli relativi, mentre noi giornalisti di inchiesta possiamo vantare un’uscita dal bagno, ieri sera, andando sfiorare il divanetto dove era seduta Victoria), non riusciamo a vedere in negativo l’arrivo in Italia del calciatore più popolare del mondo. Sarà di sicuro una baracconata (citazione del mitico Mughini di ieri sera, con Galliani impietrito), sarà anche una scelta per chi punta solo ad amichevoli di lusso, ma il calcio non è solo coppe alzate. Anzi. Cosa resterà delle vittorie contro Urawa e Boca che pure hanno dato un Mondiale per club? Molti più bambini nel mondo inizieranno a tifare Milan per questi due mesi di Beckham. Discorsi stupidi e per niente inediti, visto che ricicliamo questo articolo per tutti i casi simili, ma una delle nostre poche idee è che nel calcio gli errori (free o pay) tragici si facciano con i giocatori medi (Flamini, Zambrotta, Emerson) e non certo con i campioni. Nemmeno con gli ex.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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