Perchè si prende per il culo Schumacher

19 Marzo 2010 di Stefano Olivari

Perché bisogna prendere per il culo Michael Schumacher? E’ l’unico campione della storia dello sport che sia tornato dopo avere annunciato il ritiro? La risposta non è blowing in the wind, ma nella struttura dell’editoria italiana: dove non si inseguono lettori, almeno non come missione primaria, ma solo favori. Il consiglio d’amministrazione di ieri del gruppo Rcs, quello che fra le mille cose edita anche Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, è stato in questo senso istruttivo.
Risultato negativo, riferito al 2009, di 129,7 milioni di euro: colpa della pubblicità crollata sulla carta e mai decollata per il web, il 2010 e gli anni a venire sarano anche peggio.  Sostituzione del consiglio di amministrazione degli esponenti di una autonominatasi ‘società civile’ (i soliti professori multiuso, in sostanza) con i rappresentanti degli azionisti o gli azionisti stessi: Bazoli, Montezemolo, Della Valle, Geronzi, Tronchetti Provera, Pesenti (nel nuovo cda fra gli azionisti pesanti manca Ligresti, almeno all’apparenza). Almeno una scelta di chiarezza, ma che spiega bene perchè non si possa scrivere o parlare liberamente di alcun argomento: dalle nostre amate squadre al cashmere, dai derivati proposti dalle banche alla crisi dell’auto. Pennellata finale, la cessione della partecipazione che la Rcs aveva nella casa editrice di Giorno-Carlino-Nazione: un 10% che è stato ceduto ad un disinteressato Andrea Della Valle, al quale di sicuro le decisioni del Comune di Firenze in materia di edilizia importano poco. Così come il Carlino, molto letto anche nelle Marche, prenderà di sicuro le parti degli operai e dei terzisti nelle vicende sindacali. Tornando nell’orticello e da ribaditori dell’ovvio quali siamo, ribadiamo che è evidente il motivo per cui la crisi della Juve è colpa della tristezza di Zaccheroni e del declino di Cannavaro ma non della inconsistenza, sotto ogni profilo, di John Elkann. Almeno Lapo fa ridere, ma non si scrive nemmeno questo.

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