Per sempre in aria

24 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Ricordo sampdoriano di Nicola, il Francois Oman-Biyik della stagione 1997-98: poche presenze (6), condizioni fisiche precarie ed un rendimento impalpabile, lontano da quello dei giorni di gloria nel campionato francese o con la nazionale del Camerun: punto più alto lo storico gol di testa contro l’Argentina di Maradona, nella partita inaugurale del Mondiale 1990, ma presente anche a Usa ’94 (allenatore Michel, quattro anni prima era Nepomniachi) e a Francia ’98 (in panchina Le Roy). Adesso Oman Biyik ha 43 anni e da qualche stagione si è trasferito in Messico: prima per giocare nell’America (fra l’altro per un periodo insieme a Kalusha Bwalya, il campione zambiano che fece una tripletta all’Italia di Rocca all’Olimpiade di Seul: uno dei miracolati, in quanto non convocato, della tragedia aerea del 1993), ritirandosi nel 2005 con una partita di addio all’Azteca e poi per allenare. Attualmente vive nel Colima, piccolo stato dei 32 che formano il Messico, ed allena la squadra locale, il Palmeros, nella Segunda Division. Ma ovviamente sarà per sempre quel grande atleta che rimase in aria per un’eternità in quel pomeriggio di San Siro: superando di mezzo corpo Sensini, battendo un colpevole Pumpido e regalando al mondo la prima sorpresa di una delle edizioni meno emozionanti della Coppa. Si era alla metà del secondo tempo: pochi minuti prima era stato espulso il fratello André (Kana-Biyik, il cui figlio gioca attualmente da difensore nel Le Havre) e nel finale il cartellino rosso di Vautrot sarebbe stato mostrato anche a Massing, sempre per falli sullo scatenato Caniggia.
stefano@indiscreto.it
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