Pennetta all’amatriciana

30 Settembre 2009 di Stefano Olivari

1. L’ironia non è il punto di forza dei giornalisti italiani, ma nemmeno della maggioranza dei lettori. Il tenore medio dei commenti alla strapubblicizzata e scherzosa intervista di Flavia Pennetta alle Iene è semplicemente penoso, del genere ‘Coppi non vince più perché c’è la Dama Bianca’. Andare sui forum dei principali quotidiani per credere…
2. Meno divertente è il fatto che per far parlare di sè sui media del suo paese la top ten al mondo in uno sport diffuso dappertutto debba andare sul privato o sfilare per non sappiamo chi. Poi va detto che i giornalisti di tennis non mancano mai, alla prima o alla seconda domanda dell’intervista, di chiederle di Moya
3. A proposito di tennis e moda, Sky Sport 24 ha intercettato Roger Federer alla sfilata di Armani e le domande sono state le seguenti. La prima: ”Cosa ne pensi del tennis italiano?”. Pochi giorni dopo avergli lasciato 15 game (8 a Bolelli e 7 a Starace) in sei set giocati…La seconda: ”Cosa ne pensi di Flavia Pennetta?”. Federer è stato educato…
4. Dicevamo dei portali dei grandi quotidiani. E’ curioso sapere da dove venga il 90% del loro traffico. Dalle notizie? Dai, non scherziamo. Dai commenti dei lettori? Buoni numeri, ma marginali. Dai video? Sì, così guardandoli in ufficio si rischia il licenziamento. Il grosso delle pagine viste arriva dalle photo-gallery, a corredo di articoli o di non articoli. Borriello e Belen si lasciano? Vai con venti scatti di Belen. I dati in mano ai pubblicitari sono impressionanti, siamo al ‘ragazzo delle medie’ di cui parlò Berlusconi in un momento di sincerità. Un ragazzo delle medie globale, di cui facciamo parte anche noi. In quanti onestamente leggerebbero un articolo su Borriello?
5. Dell’ostracismo della Roma nei confronti degli inviati del Romanista (il reato: parlare della Roma come società invece di limitarsi ai ‘fatti del campo’, come il giornalimo embedded deve fare) si è parlato troppo poco, per la semplice ragione che questa è la prassi del calcio italiano. Nelle metropoli, dove ci sono interessi non solo calcistici da preservare, ma soprattutto in provincia dove lo sbocco professionale primario del cronista da campo è quello di diventare addetto stampa della società di cui parla. Purtroppo il problema è irrisolvibile, almeno in un paese incivile (ed il nostro è fra i meno incivili del mondo, al di là del disfattismo). L’unica arma a disposizione del giornalista, per farsi rispettare, è quella della critica. Ma il tifoso medio le critiche le sopporta ancora meno di Rosella Sensi, di Moratti o di Cobolli Gigli. Quando la Juve vince, Tuttosport arriva a vendere oltre 200mila copie, più del doppio del giorno standard. Noi abbiamo capito per tempo di essere solo degli intrattenitori, ma c’è ancora chi si prende sul serio.
6. A proposito di Roma, molta curiosità per lo stadio Franco Sensi. Non solo da parte dei costruttori e dei proprietari dei terreni agricoli circostanti, destinati al…cambio di destinazione, ma anche dei semplici appassionati di calcio. Bello il video della presentazione, evocante atmosfere da Gladiatore di Ridley Scott, peccato per quello che c’è sotto. Intanto Prokhorov si sta comprando i New Jersey Nets…

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