Onore a chi insulta

8 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

Il cliente non ha sempre ragione, come vuole il luogo comune, anzi ha le stesse probabilità del venditore di essere un idiota o un farabutto. Per questo il fascicolo aperto dalla Procura federale su Rolando Bianchi è ridicolo, anche se mascherato dalla formula ‘atto dovuto’. L’attaccante del Torino, dopo aver segnato il gol del pareggio con l’Ancona lunedì sera, aveva scavalcato per rispondere ad un tifoso che lo aveva insultato in maniera particolare per tutta la partita (ed essendoci in B due gatti, contro i quattro della A, in campo le parole si sentono meglio di quanto si creda), e adesso verrà chiamato a rispondere del suo comportamento. Va detto che non rischia la sedia elettrica: in casi analoghi al massimo si è pagata una multa, paragonabile come entità ad una serata al ristorante in cui Bianchi paghi il conto per tutti (ipotesi assurda, i calciatori non pagano mai). Il peggio è stato l’atteggiamento del Torino, che ha dato un buffetto a Bianchi e addirittura, per bocca di Colantuono, si è scusato con l’insultatore: ”Invitiamo quel tifoso a un nostro allenamento. Se vorrà potrà stare a bordo campo, seduto in panchina e alla fine ci chiariremo e ci stringeremo la mano”. La morale di Esopo, o del copione Fedro: insultate i vostri campioni, vedrete che vi stringeranno la mano.

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