Nostalgia di una telecronaca

20 Maggio 2011 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Niente e nessuno sono più come una volta: le merendine (quant’era buona la Girella), la televisione (mancano quei bei duetti fra Mina e Alberto Lupo), soprattutto Rino Tommasi e Gianni Clerici (aahhh, il WCT di Dallas).
Presso blog e siti (Ubitennis.com il migliore) per i relativamente pochi appassionati di tennis è tutto un protestare per la decisione di Sky di coprire Wimbledon nel solito modo multicanale ma senza avvalersi del commento dei due giornalisti che hanno raccontato e spiegato il tennis in molti modi nel corso dei decenni e che sono legati a un ricordo di infanzia di ognuno di noi: un pomeriggio di non studio con il sole fuori dalla finestra, un Edberg-Becker inarrivabile, una notte da Us Open soffrendo per Caratti battuto al quinto set da Jay Berger. Insomma, la nostalgia non ci rende lucidi ma soprattutto ci spinge a voler fermare il tempo: per questo evitiamo il pistolotto sulla crudeltà dei tempi moderni nei confronti di due ottantenni, un classico da libro dei temi fin dai tempi di Matusalemme. A seconda delle versioni raccolte, si è trattato di una decisione editoriale (largo ai giovani) o di una scelta finanziaria, ma questo non cambia la realtà di spettatori privati di qualcosa che davano per scontato pur essendo abbastanza critici per notare che negli ultimi anni Clerici non aveva palesemente più voglia (al punto di svegliarsi solo per commenti sulle gambe delle giocatrici) e che Tommasi ripeteva gli stessi concetti all’infinito. Ci hanno lasciato anni bellissimi e almeno due libri fra i tanti scritti che non possono mancare in una biblioteca: il mastodontico e al tempo stesso agile ‘500 anni di tennis’ di Clerici e l’ammaliante ‘Trenta anni a bordo ring’ di Tommasi che fa capire cosa sia stato il miglior giornalismo sportivo. La vita è dura, lo streaming è triste e in ultima analisi è masturbazione (a volte non è nemmeno una metafora). Guarderemmo e guarderemo lo stesso Federer e Djokovic, anche senza commento, questo a Sky lo sanno benissimo. 


stefano@indiscreto.it

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