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Nocerino rimane qui

Stefano Olivari 18/12/2007

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Calciopoli non esiste, anzi non è mai esistita, un po’ come la mafia secondo certi amministratori locali. Ormai a credere che il calcio degli ultimi decenni sia stato taroccato sono solo alcuni magistrati napoletani e Giuseppe Gazzoni Frascara, unica persona citata con nome e cognome fra quelle ‘offese’ dal sistema gestito da Moggi ma accettato dalla maggior parte degli altri dirigenti del nostro calcio. Nelle recenti esternazioni l’ex proprietario del Bologna non ha aggiunto niente a quanto già non si sapesse, ma ha fatto almeno due considerazioni interessanti. La prima: continua a sembrare incredibile che la ‘nuova’ Juve di Cobolli Gigli e Blanc non abbia intrapreso azioni di responsabilità contro i suoi ex amministratori, Moggi e Giraudo, che l’hanno fatta vincere (cosa che la Juve ha quasi sempre fatto nella sua storia, peraltro) ma anche di fatto spedita in serie B con danni patrimoniali enormi. La seconda: il capitolo dei risarcimenti ai ‘danneggiati’ è ancora tutto da scrivere. Perché gli scudetti più o meno di cartone sono argomento da bar, mentre le centinaia di milioni di euro spostati da vittorie farlocche e da diritti televisivi valutati sulla base di vittorie farlocche devo ancora essere riallocati. Non parliamo solo di società o di persone ormai fuori dal calcio, come Gazzoni, ma anche di singoli: chi restituisce la carriera al calciatore tagliato fuori perché non aveva accettato di cambiare procuratore? Che Luciano Moggi continui ad essere presente nel cacio italiano ed europeo è una realtà ovvia, dal momento che le centinaia di suoi beneficiati non è che siano spariti dalla sera alla mattina dalle società e dalle redazioni. Ma che influisca anche sulle operazioni di mercato della ‘nuova’ Juventus è indicativo dell’impossibilità del calcio italiano di guarire non tanto dal moggismo (prima o poi tutti lasciamo questa terra) quanto da una mentalità che porta a preferire il magheggio alla denuncia di un torto subito, la vittoria rubacchiata ad una sconfitta dignitosa, l’essere comunque dentro al giro piuttosto che rappresentare un punto di vista eticamente diverso. Per questo i Moratti, i Sensi, i Della Valle, eccetera, hanno accettato per anni di giocare con regole truccate: uomini di mondo, al di là dell’immagine di mecenati propagandata dai giornalisti da cesto regalo a Natale, erano convinti che prima o poi sarebbe stato il loro turno. E così, in una certa misura, è stato. Ma dicevamo di Moggi: con sollecitudine degna di miglior causa Blanc ha infatti dichiarato che ”Il fatto che, secondo indiscrezioni pubblicate da alcuni quotidiani, il direttore sportivo Alessio Secco abbia avuto contatti con l’ex direttore generale della Juventus, non incrina la mia stima professionale nei suoi confronti”. Ma come: il tuo dirigente si tiene in contatto con un personaggio squalificato in tutti i sensi, al di là dei cinque anni, e tu chiudi così la vicenda? Per non parlare del tono con cui Moggi invitava Secco a trattare il caso Deschamps, ed il sottinteso di non essere mai davvero andato via dalla Juve (Lapo lo sa?). Rimane il fatto che rifiutare Nocerino (nella foto) alla Fiorentina sia stata, insieme alla fiducia (si fa per dire, visto che era ancora sano Andrade) a Legrottaglie, la mossa di mercato più azzeccata dai bianconeri…

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